Politica

Ddl sicurezza, solo un quarto degli emendamenti votati. Approdo in Aula più lontano

L’approdo nell’aula della Camera del ddl sicurezza si allontana e potrebbe, a questo punto, essere calendarizzato ai primi di luglio. Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia hanno esaminato solo un quarto dei circa 300 emendamenti presentati: la settantina di proposte votate sono state tutte bocciate, tranne tre (tra queste, ieri, un emendamento M5S sulla “procedibilità d’ufficio” nel caso in cui l’occupazione arbitraria di immobile è commessa “contro una persona incapace, per età o per infermità” con il sì della maggioranza e del Pd). Stop agli emendamenti per ammorbidire il Daspo urbano e per abrogare la norma ‘anti-rave’. I lavori riprenderanno direttamente martedì della prossima settimana.

Dei 47 accantonati, quasi tutti del centrodestra, c’è il pacchetto della Lega (dall’obbligo nelle moschee di sermoni in lingua italiana alla castrazione chimica, dallo scudo per i poliziotti alla stretta sulle proteste come quelle per il ponte sullo Stretto di Messina). Da questo è stato ritirato il testo che introduceva il nuovo reato di “spaccio di strada”, d’altronde da più parti è stato fatto notare come lo spaccio sia già punito dal codice penale. Il sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni, e la relatrice Montaruli, hanno dato i pareri sulla restante parte delle richieste di modifica, dall’articolo 11 al 29. Anche in questa seconda tranche sono stati accantonati tutti gli emendamenti del centrodestra.

Mentre solo su una manciata delle proposte delle opposizioni ci sarà una riflessione (tra i temi principali: i gruppi di minoranza chiedono che venga ammorbidita la norma ribattezzata ‘anti-Gandhi’ che equipara la resistenza passiva alle condotte violente e poi un emendamento del Pd che punta a dotare forze di polizia di bodycam per riprendere le situazioni di criticità per l’ordine pubblico (su questa materia c’è anche un testo della Lega che parla però di videocamere). La discussione si annuncia infuocata sull’emendamento firmato dal governo con cui si equipara la cannabis light (con un contenuto minimo di Thc) alla cannabis. Accantonato il subemendamento della Lega che colpisce con il carcere da sei mesi a due anni e una multa fino a 20mila euro chi usa “immagini o disegni, anche in forma stilizzata, che riproducano l’intera pianta di canapa o sue parti su insegne, cartelli, manifesti e qualsiasi altro mezzo di pubblicità per la promozione di attività commerciali”.

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