Dopo mesi di muro contro muro si riaprono al Senato le trattative sul ddl Zan, la legge che introduce misure di contrasto alle discriminazioni e alle violenze basate sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere. Oggi il deputato del Pd Alessandro Zan, che è stato relatore del testo alla Camera, insieme alla presidente dei senatori dem Simona Malpezzi, terrà una serie di incontri con i capigruppo di tutti i partiti a Palazzo Madama per verificare se ci sono le condizioni per una mediazione che non sia al ribasso. Parallelamente il presidente della commissione Giustizia Andrea Ostellari (Lega) ha convocato alle 17 un tavolo politico sulla legge attesa mercoledì 27 in aula.
Sul testo però pende la richiesta di Fratelli d’Italia e Lega di non passaggio agli articoli su cui l’assemblea si esprimerà mercoledì con il voto segreto. Una sorta di tagliola che, se approvata, affosserà la legge definitivamente. “Se Fdi e Lega volessero partecipare a un’interlocuzione dovrebbero ritirare questa tagliola. Io ascolterò tutti perché nel mio atteggiamento non c’è pregiudizio di fondo ma Fdi e Lega hanno fatto di tutto per ostacolare la legge”, ha detto Zan investito proprio ieri dal segretario del partito Enrico Letta in diretta tv, a Che tempo che fa, del compito “di fare un’esplorazione con le altre forze politiche per cercare di capire le condizioni che possano portare ad un`approvazione del testo rapida, anche con modifiche purché non siano cose sostanziali”.
A fare la prima mossa per sbloccare la legge dunque è stato proprio il Pd che, prima della pausa estiva invece, aveva ribadito più volte, sempre per bocca di Letta, di voler tirare dritto e portare a casa il testo così come uscito dalla Camera nel novembre del 2020 nonostante la maggioranza risicata – 12 voti di scarto – con cui il ddl aveva superato i primi voti sulle pregiudiziali di costituzionalità al Senato. “La partita è complicata, lo sappiamo, ma sono fiducioso che alla fine si troverà un punto di incontro anche perché l’Italia è l’unico paese in Europa a non avere una legge contro i crimini d’odio. Non possiamo scherzare sui diritti umani”, ha detto Zan ricordando che “le affermazioni di Letta sono molto chiare: abbiamo la necessità di fare presto perché nei prossimi due mesi il Parlamento sarà impegnato sulla legge di bilancio, poi sull’elezione del capo dello Stato. È importante fare tutto il possibile per un’approvazione rapida del ddl”.
Ma “fare presto”, quando si riapre un cantiere come quello della legge Zan, già frutto di una lunga e faticosa mediazione a Montecitorio, non appare un obiettivo a portata di mano. Anche perché all’esplorazione di Zan si è subito sovrapposto l’attivismo di Ostellari, il leghista che non ha reso la vita facile al testo in Commissione. “Anche Letta – ha osservato Ostellari – si è arreso all`evidenza: il ddl Zan ha bisogno di modifiche migliorative. Serve una mediazione di buonsenso per fare una legge giusta ed efficace. Senza limitare le libertà e lasciando fuori i bambini. Il percorso di collaborazione era già stato avviato e aveva dato frutti, apprezzati anche da gruppo autonomie e Italia Viva. Ripartiamo da lì. Chiedo la convocazione di quel tavolo con i capigruppo”. Il tavolo si terrà oggi alle 17.
Il partito di Renzi, che alla Camera aveva votato il ddl, ora chiede di modificarlo con gli emendamenti presentati a luglio per stralciare dal testo l’espressione “identità di genere” e per rimarcare l’autonomia scolastica nell’articolo 7 che istituisce la Giornata nazionale contro l`omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia su cui a giugno erano suonate anche le sirene d’allarme del Vaticano che con un gesto senza precedenti aveva presentato richiesta formale al governo italiano perché si modificasse questa parte del ddl Zan. Per Zan sull’articolo 7 “abbiamo già mediato alla Camera: è una giornata che già per prassi viene celebrata nel nostro paese con interventi del presidente della Repubblica, già di fatto esiste e poi richiama un articolo della buona scuola che prevede percorsi di formazione contro le discriminazioni. Se si vuole cambiare bisognerebbe cambiare a monte la legge sulla buona scuola”.
Sull’articolo 1 in cui si definisce l’identità di genere Zan apre: “Non è un articolo che contiene l’identità di genere, ma contiene le definizioni, compresa quella dell’identità di genere. L’articolo uno non era presente nella legge che era stata presentata alla Camera prima dei successivi emendamenti, per cui l’articolo uno non è sicuramente uno degli articoli centrali di questa legge, mentre l’identità di genere è presente negli articoli due e tre, cioè nell’estensione della legge Mancino”. Il partito di Giorgia Meloni invece chiude: “Il ddl Zan è un attacco frontale alla libertà di educazione, alla libertà di espressione, alla libertà religiosa, introduce l`indottrinamento di bambini e ragazzi con la teoria gender. Anche se fosse leggermente modificato resterebbe inaccettabile”, dichiara il senatore di Fratelli d`Italia Lucio Malan. La richiesta di non esaminare il testo quindi per ora resta. L’aula la voterà mercoledì. Se lo scoglio del voto segreto fosse superato, la strada del ddl non sarebbe comunque in discesa. Ci sono mille emendamenti da votare, 700 solo della Lega.