Non si placa la polemica tra i due ‘co-fondatori’ di Repubblica. Ospite di Otto e Mezzo Carlo De Benedetti va giu’ duro contro lo storico direttore del quotidiano, Eugenio Scalfari: un “ingrato”, un “signore molto anziano che non e’ piu’ in grado di sostenere domande e risposte”. La querelle e’ nata dopo che Scalfari, in una trasmissione tv, aveva espresso la sua preferenza per Silvio Berlusconi se la scelta doveva essere tra lui e Di Maio. Una “stupidaggine”, dopo la quale peraltro, ha raccontato De Benedetti, lo stesso Berlusconi ha alzato il telefono per chiamarlo “perche’, secondo il suo metodo, quello era un input partito da me, non poteva pensare che fosse un’idea autonoma di Eugenio”. In quell’occasione l’ex premier “mi disse parliamoci, i comunisti non ci sono piu’, e’ finita la guerra, tu sei di sinistra, io sono di destra ma qui esistono altri problemi per il Paese. Ma io gli ho detto che lui fa politica e io no e che non c’era niente da dirci”. La risposta di Scalfari, ha ribadito De Benedetti, e’ stata data “per vanita’”: “Tra Berlusconi e Di Maio meglio ne’ l’uno ne’ l’altro: cosi’ risponderebbe uno che non ha problemi di vanita’”. E al “me ne fotto” pronunciato da Scalfari dopo le prime critiche per quell’uscita in tv, l’Ingegnere ha risposto lapidario: “Con me deve stare zitto, gli ho dato un pacco di miliardi, e’ un ingrato”.
Quanto all’editoriale in cui Repubblica ha preso le distanze dalle vicende che lo hanno coinvolto in queste settimane, il presunto insider trading sulla riforma delle popolari (“una storia allucinante, ridicola”), l’Ingegnere ha sottolineato che “non e’ mai successo in 40 anni” che comparisse un editoriale “non firmato”. Per Repubblica, ha specificato, “ho solo pagato dei prezzi, e’ solo la mia folle passione”. Repubblica era e rimane, insomma, un “grande amore”, anzi “la mia unica moglie”, come ha sottolineato spiegando che “mai” fonderebbe un altro giornale, anche se adesso i rapporti sono “assenti”. “Per me – ha aggiunto – Repubblica e’ la luce dei miei occhi, per questo sono triste quando vedo che perde la sua identita’. E’ un giornale politico, nato per quello. E’ vero che c’e’ poca politica ma non viene piu’ fatta su Repubblica. Penso che abbia perso la sua identita’ ed e’ una cosa che mi addolora molto”. De Benedetti ne ha anche per la politica, e pur confermando la sua delusione nei confronti di Matteo Renzi, chiarisce che alla fine votera’ “Pd”, che rimane l’unica offerta di governabilita’ del Paese non nel senso delle idee ma degli uomini”. Di Maio invece “sarebbe un disastro per il Paese, l’incompetenza al potere, se penso che Di Maio possa essere il premier di questo Paese dico che ha ragione mille volte Berlusconi a dire che bisogna scappare, per il suo curriculum non e’ adatto a fare il presidente del Consiglio”.