Politica

De Pascale si prende l’Emilia-Romagna, su alluvione ora “cambio di passo”

“C’è stata tanta speculazione in questa campagna elettorale, una grande Opa sull’Emilia-Romagna legata al voto delle vittime dell’alluvione. Ora è il momento di concentrarsi sugli indennizzi e sulle opere per mettere in sicurezza gli alluvionati”. Niente spumante e balletti sul palco, Michele de Pascale festeggia l’elezione a presidente della Regione Emilia-Romagna, con una raccomandata espresso all’indirizzo della premier Giorgia Meloni: “Serve un patto repubblicano per fare un cambio di passo”.

L’ormai ex sindaco di Ravenna ed ex presidente dell’Unione delle Province mette da parte per un attimo la calma e i toni pacati dimostrati durante tutta la campagna elettorale, durante la quale non c’è mai stato un battibecco con la sua sfidante Elena Ugolini, la civica sostenuta da tutti i partiti di centrodestra. E va giù duro verso l’attuale esecutivo: “Io nella mia veste di sindaco sono sempre stato capace di collaborare con tutti i governi a prescindere dal colore politico, sull’alluvione è stato impossibile. Ora dobbiamo fare un cambio di passo. Spero di essere convocato nei prossimi giorni a Roma. Penso che ci debba essere un patto diretto tra la presidente di Consiglio e il presidente della Regione. Non è un ‘vogliamoci bene’, ma un ‘cambiamo insieme'”.

Nemmeno il tempo di riflettere sul risultato, che conferma le previsioni delle ore prima del voto, con uno scarto di quasi 17 punti di percentuale da Ugolini che non va oltre il 40% delle preferenze. De Pascale entra nella parte, raccoglie il testimone da Stefano Bonaccini e va subito all’attacco proprio dove Bonaccini non è riuscito, prima di lasciare il palazzo di viale Aldo Moro per trasferirsi a Bruxelles. “Il commissario per la ricostruzione? L’ho chiesto in campagna elettorale, spero che Meloni su questo cambi idea e mi nomini. E poi si lavori insieme. Non voglio che diventi un elemento di scontro col governo, però voglio il massimo dei poteri e delle responsabilità perché questa è la mia terra e io mi devo battere per la mia terra”.

Qualche ora per riposarsi con la moglie, i due figli e gli amici e poi subito al lavoro. C’è da costruire la squadra che dovrà governare la Regione per i prossimi cinque anni. Accanto a lui l’attuale assessore alle Attività produttive, Vincenzo Colla, l'”anima” del programma della “grande coalizione” che si è riusciti a costruire per vincere le elezioni. Un “campo larghissimo” che tiene insieme tutto il centrosinistra, dal Pd ad Azione, dal Movimento 5 stelle ad Alleanza Verdi e Sinistra. E poi tanti “ex” che si sono ricandidati e hanno rifatto il pieno di voti, dalla presidente facente funzioni Irene Priolo all’assessore alla Sanità Raffaele Donini. Una squadra che dovrà tenere conto delle varie espressioni del territorio, delle tante ‘anime’ della coalizione e degli equilibri interni ai partiti.

La ricetta la racconta lo stesso de Pascale al CostArena di Bologna, dove i dem hanno allestito il quartier generale per attendere la chiusura dei seggi e l’inizio della conta: “Servono gruppi dirigenti coesi, che non passano il tempo a litigare e programmi esigibili: cose concrete”. Quella concretezza dei sindaci che gli elettori hanno gradito in Emilia-Romagna come in Umbria. Ma il voto di domenica e lunedì non è tutto rose e fiori. L’altissima astensione è una ferita profonda per un territorio che è stato per anni laboratorio politico a livello nazionale. “C’è un 54% dei cittadini che non è andato a votare – ha aggiunto Ugolini -. E’ il più grande partito della nostra regione. Dobbiamo impegnarci a riportare le persone alla politica intesa come servizio”. A dirlo è Ugolini, che ha annunciato di voler continuare il suo impegno politico iniziato con la candidatura prima dell’estate.

Da qui deve ripartire anche il Partito democratico che in questa tornata elettorale si rafforza ancora e primeggia dentro la coalizione con circa il 43% delle preferenze, contro il 5,3% di Avs, il 3,5 del Movimento 5 stelle e l’1,7 dei Riformisti Emilia-Romagna Futura, la lista che ospita tra gli altri anche il partito di Carlo Calenda. Gioisce la segretaria nazionale Elly Schlein: “E’ una vittoria bellissima ed emozionante. Questo è il segno di una vittoria che è anche della coesione di una squadra, di una coalizione e dell’unità e della coesione del Pd”. Una coesione che andrà governata. E forse questo compito toccherà proprio a de Pascale che raccoglie l’incoraggiamento di Bonaccini: “E’ una grande soddisfazione poter cedere il testimone a un ragazzo che ha 18 anni in meno di me. Vuol dire che abbiamo seminato, che abbiamo costruito una classe dirigente autorevole ma anche più giovane”.

Il neopresidente – classe 1985 – prende nota, non si sbilancia, ma tra le righe invia un altro messaggio a chi, dentro il centrosinistra, lo vorrà cogliere: “La mia generazione è cresciuta con l’idea che ogni generazione sarebbe stata migliore di quella precedente. Poi è arrivata la crisi finanziaria, il crollo delle Torri Gemelle e abbiamo capito che non sarebbe stato così. Il nostro obiettivo è che i nostri figli possano tornare a dirlo. C’è una generazione molto arrabbiata, che vota poco.
Speriamo che una nuova generazione su questo possa segnare un cambiamento”.

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