Protagonista della pièce è Alessio Vassallo, nei panni di Bepi, l’io narrante del romanzo. Al suo fianco, Ninni Bruschetta interpreta un duplice ruolo: quello dello psicanalista e del padre di Bepi, figure chiave nel percorso di introspezione del protagonista. Completano il cast:
Le scene, firmate da Antonio Fiorentino, e i costumi di Dora Argento contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva, mentre le musiche di Germano Mazzocchetti e i movimenti coreografici di Rebecca Murgi arricchiscono la narrazione, aggiungendo ulteriori livelli di significato alla rappresentazione.
Il male oscuro è un’opera autobiografica che racconta la crisi esistenziale di uno scrittore, Bepi, segnato dai sensi di colpa per la morte del padre e incapace di trovare un equilibrio nella sua vita personale e professionale. Attraverso un percorso di psicanalisi, il protagonista cerca di comprendere le radici del suo malessere, affrontando i fantasmi del passato e le contraddizioni del presente.
Il romanzo, pubblicato da Rizzoli nel 1964 dopo essere stato rifiutato da diversi editori, divenne immediatamente un caso letterario, vincendo i premi Viareggio e Campiello nella stessa settimana. La sua attualità risiede nella descrizione di un disagio interiore che ancora oggi risuona profondamente nel pubblico, rendendo l’opera un punto di riferimento per chi si interroga sulla complessità dell’animo umano.
Il regista Giuseppe Dipasquale ha scelto di portare in scena Il male oscuro per la sua straordinaria modernità. “Bepi – spiega Dipasquale – è un personaggio che incarna l’inettitudine e la fragilità dell’uomo contemporaneo. La sua incapacità di governare la propria vita, di superare il trauma della morte del padre e di relazionarsi autenticamente con gli altri lo porta a sprofondare in una depressione profonda. Eppure, proprio questa inettitudine genera situazioni tragicomiche, momenti di straniamento che ci aiutano a riflettere sulla condizione esistenziale dell’uomo moderno, diviso tra senso del dovere e desideri frustrati”.
Dipasquale sottolinea inoltre l’influenza di Italo Svevo e del suo La coscienza di Zeno, a cui Berto si è dichiaratamente ispirato. Come Zeno, Bepi è un antieroe, un uomo alla ricerca di se stesso, il cui percorso di introspezione diventa un’occasione per esplorare temi universali come il rapporto con la famiglia, il senso di colpa e la ricerca della felicità.
Dopo il debutto al Teatro Biondo di Palermo, lo spettacolo sarà in scena fino al 9 febbraio, per poi proseguire al Teatro Verga di Catania dal 14 al 23 febbraio e al Teatro Comunale de L’Aquila il 27 e 28 febbraio. Un tour che porterà questa produzione in alcune delle città simbolo della cultura italiana, confermando l’interesse e la rilevanza di un’opera che continua a parlare al pubblico di oggi.
Il male oscuro non è solo un capolavoro letterario, ma anche una riflessione profonda sulla condizione umana. La sua trasposizione teatrale rappresenta un’occasione unica per riscoprire un classico che, nonostante sia stato scritto oltre mezzo secolo fa, mantiene intatta la sua forza e la sua capacità di emozionare. Un viaggio nell’inconscio, tra risate e lacrime, che invita il pubblico a confrontarsi con le proprie fragilità e a riconoscersi nella storia di un uomo alla ricerca di se stesso.