Economia

Delega fiscale è legge. Tredicesime e tasse, ecco cosa cambia

Via libera finale della Camera dei deputati in terza lettura al disegno di legge delega sulla riforma fiscale con 184 voti favorevoli 85 voti contrari. Il provvedimento, presentato il 23 marzo, è stato licenziato in prima lettura dalla Camera il 12 aprile e in seconda lettura con modifiche dal Senato il 2 agosto. Come promesso dal governo il disegno di legge viene quindi convertito prima della pausa estiva del Parlamento in modo da poter iniziare a esercitare la delega, che vale 24 mesi, già entro quest’anno con il varo dei primi decreti delegati. L’esecutivo dovrà fare i conti con le risorse a disposizione e con ogni probabilità le prime misure ad essere attuate saranno quelle che non richiedono coperture.

 

Come verrà finanziata

 

Il ddl disegna la cornice della riforma fiscale che non dovrà comportare oneri per le casse dello Stato, né aggravi della pressione fiscale. In buona parte si finanzierà con la revisione delle oltre 600 tax expenditure, che hanno un costo di 165 miliardi, ma nel corso dei prossimi due anni serviranno ulteriori risorse per rivedere il sistema delle entrate. La delega, definita dal viceministro all’economia Maurizio Leo “una svolta nel nostro sistema tributario”, tocca infatti tutti i tributi, diretti e indiretti, degli enti territoriali, doganali e sui giochi. Per l’Irpef si prevede la revisione di aliquote e scaglioni con la prospettiva dell’aliquota unica (flat tax). Ma questo è un obiettivo graduale di legislatura come ha anche precisato Leo alla Camera: “Le famose quattro aliquote rendono la vita difficile ai contribuenti, vogliamo addolcire la curva iniziando da tre aliquote per arrivare gradualmente verso la flat tax, senza abbandonare la logica della progressività che si può ottenere anche attraverso il meccanismo delle deduzioni e delle detrazioni”.

 

Semplificazione procedimenti

 

 L’Ires, che versano le società di capitali, sarà più bassa sulla quota di reddito che viene destinata a investimenti o assunzioni. Una parte importante della delega è riservata alla semplificazione dei procedimenti dichiarativi, accertativi, di riscossione e del contenzioso. Quanto alle procedure di accertamento, il nuovo fisco punta sul potenziamento delle cooperative compliance e sull’istituzione del concordato preventivo biennale per i contribuenti, titolari di reddito di impresa o di lavoro autonomi, di minori dimensioni. Con quest’ultimo istituto, in sostanza, i contribuenti avranno la possibilità di aderire alla proposta che formula l’Agenzia delle Entrate sulla base delle informazioni contenute nelle banche dati, per il pagamento delle imposte sui redditi per due anni. Eventuali maggiori o minori redditi imponibili rispetto a quelli proposti dall’Agenzia diventano irrilevanti ai fini del pagamento delle imposte, fermi restando gli obblighi contabili e dichiarativi.

Questa misura ha attirato molte critiche dalle opposizioni che la vedono come un allentamento della lotta all’evasione tanto da spingere lo stesso Leo ad affermare in Aula che “Il concordato preventivo biennale non è un regalo agli evasori, tutt’altro. Si basa sulla tecnologia, sull’intelligenza artificiale, sull’interoperabilità delle banche dati, sull’analisi predittiva”. Il primo esame della Camera ha apportato una serie di modifiche al testo. Tra le principali figurano l’aliquota agevolata per le tredicesime, gli straordinari sopra una certa soglia e i premi di produttività e la possibilità di rateizzare il pagamento degli acconti e del saldo Irpef per gli autonomi e gli imprenditori individuali.

 

Il passaggio al Senato

 

Più “pesanti” gli emendamenti approvati in seconda lettura al Senato come lo stop al pignoramento automatico sui conti correnti che avverrà solo dopo una procedura semplificata ed informatizzata. A Palazzo Madama sono state poi escluse le sanzioni penali per dichiarazione infedele per le imprese che aderiscono all’adempimento collaborativo e che hanno comunicato in via preventiva l’esistenza di rischi fiscali. Inserito anche l’istituto dell’adempimento collaborativo per chi trasferisce la residenza in Italia o in Italia detiene un reddito oltre un milione anche attraverso un trust. Via libera inoltre a Rid e pagamenti elettronici per gli adempimenti tributari, alla disponibilità dei modelli fiscali due mesi degli adempimenti e alla riduzione dei tempi di rimborso per i contribuenti più affidabili individuati secondo l’indice ISA.

Alla ripresa di settembre il primo passaggio per arrivare all’implementazione concreta della delega sarà la definizione della Nadef e quindi degli spazi di bilancio, che allo stato attuale appaiono strettissimi, a disposizione dei decreti delegati. “Quando avremo certezze sulle risorse faremo previsioni sull’attuazione delle misure. Dobbiamo attendere l’andamento dei conti del 2023 e la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza” ha spiegato Leo riconoscendo che “nel 2024 potranno entrare in vigore i provvedimenti della riforma che non richiedono coperture, ad esempio quelle sui procedimenti”.  Oltre ai voti della maggioranza, la delega ha incassato il voto favorevole di Azione-Italia Viva “dovuto al fatto – ha spiegato Luigi Marattin – che ricalca in toto il lavoro parlamentare fatto nella scorsa legislatura e confluito nella delega Draghi”.

 

Le reazioni

 

Arriva invece un giudizio decisamente negativo del Pd che con la segretaria Elly Schlein definisce la delega fiscale una misura che “rende più profonde le già insopportabili iniquità del sistema fiscale con la introduzione di nuovi regimi di favore che sottraggono altri redditi alla progressività e violano il principio di equità orizzontale”. Bocciatura netta anche dal M5S che con il capogruppo in commissione finanze della Camera, Emiliano Fenu, rileva che “questa riforma è una patacca che non abbasserà le tasse di mezzo euro, perché non sa o non ha il coraggio di recuperare davvero risorse utili ad alleviare il carico tributario a lavoratori, famiglie e imprese”.

Alleanza Verdi Sinistra sottolinea che nella delega “non c’è nessuna misura per alzare la tassazione sulle rendite, sulle grandi ricchezze e sugli extraprofitti da indirizzare al welfare e per abbassare la pressione fiscale sui soliti noti” mentre per +Europa “i principi della delega fiscale sono molto ampi, quasi una delega in bianco” mentre “è sparita dai radar la digitalizzazione del catasto, una misura di civiltà”.

 

In sintesi

 

Si riducono le 4 aliquote Irpef E’ prevista la revisione e graduale riduzione dell’imposta: il primo step è di passare a tre aliquote, l’obiettivo finale è l’aliquota unica.

Meno tasse sulle tredicesime Per i lavoratori dipendenti salta l’ipotesi iniziale di una flat tax incrementale: al suo posto si introduce una tassazione agevolata su straordinari, tredicesima e premi di produttività.

Concordato preventivo biennale Arriva il concordato preventivo biennale per le partite Iva e le Pmi. In pratica il fisco calcolerà quanto dovuto ai fini dell’imposta sui redditi per i due anni successivi: chi accetta non avrà contestazioni sull’Irpef e avrà certezza su quanto deve pagare. Va invece versata l’Iva

Ires, doppio regime agevolato Accanto all’aliquota ordinaria (24%), si prevedono due regimi di vantaggio complementari: il primo la riduce alle imprese che impiegano risorse in investimenti, nuove assunzioni o partecipazione dei dipendenti agli utili; le imprese che non beneficiano della riduzione possono fruire di eventuali incentivi fiscali in forma di superammortamento.

Revisione dell’Iva E’ prevista la revisione della disciplina per renderla più aderente alla normativa Ue. Tra le possibilità anche Iva zero per alcuni prodotti di prima necessità.

Superamento dell’Irap La delega indica il graduale superamento dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Scudo penale a chi collabora Via le sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse alla dichiarazione infedele, per i contribuenti aderenti all’adempimento collaborativo che hanno avuto “comportamenti collaborativi e comunicato preventivamente” i rischi fiscali. Sempre nella ‘cooperative compliance’ (su cui la delega punta a ridurre le soglie di accesso, ora ad 1 miliardo di euro), si escludono le sanzioni amministrative e si riducono i termini di decadenza per l’accertamento ai contribuenti il cui sistema di gestione del rischio certificato da professionisti qualificati. Il regime di adempimento collaborativo, con i relativi effetti premiali, viene esteso anche ai paperoni che portano la residenza in Italia.

Tempi di rimborso ridotti ai virtuosi Per i contribuenti con alti livelli di affidabilità fiscale si rafforzano i premi, compresa la riduzione dei tempi di rimborso. Si incentivano inoltre le attività di certificazione delle dichiarazioni fiscali; le deleghe possono essere attribuite ai professionisti abilitati, anche in via esclusiva; si può ottemperare agli adempimenti fiscali anche direttamente per via telematica; salta il superamento degli Indici sintetici di affidabilità (Isa).

Tasse pagate col Rid Si ampliano nel forme di pagamento delle tasse: anche addebito diretto sul conto bancario o altro strumento di pagamento elettronico.

Acconto a rate Arriva la possibilità di rateizzare acconti e saldi Irpef per autonomi e imprenditori individuali.

Prelievo forzoso Salta l'”automazione” dalla procedura di pignoramento dei conti correnti.

Cedolare secca sui negozi Viene estesa agli immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo, purché il conduttore sia un esercente, una attività d’impresa, o di arti e professioni.

Verso l’addio al superbollo Nell’ambito della razionalizzazione dei micro-tributi, verrà valutato l’eventuale progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le auto con potenza superiore a 185 chilowatt

Stretta sulle e-cig Viene vietata la vendita a distanza dei prodotti da inalazione contenenti nicotina o delle cosiddette nicotine puches.

Tributi regionali E’ prevista una revisione delle norme del federalismo fiscale regionale, attribuendo alle regioni le somme a titolo di compartecipazione regionale all’Iva, applicando il principio anche al recupero dell’evasione fiscale.

Crediti non spettanti Si introduce, una più rigorosa distinzione normativa anche sanzionatoria tra le fattispecie di compensazione indebita di crediti di imposta non spettanti e inesistenti. Si potrà valutare poi la possibilità di non applicare sanzioni e/o interessi se si hanno crediti con la Pa.

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