Il sogno di “Supercar”, l’auto senza pilota, è sempre più nei titoli di giornali e telegiornali, con Tesla, Google e Uber impegnate in una corsa contro il tempo a colpi di miliardi di dollari. Ma nella realtà, sulle strade, a vincere la gara potrebbero essere i camion. Più economici, più sicuri, i tir autoguidati minacciano però il lavoro di 1,7 milioni di camionisti nei soli Stati Uniti. A San Francisco la Otto, una start-up, ha realizzato la sua prima consegna-test con un camion autosufficiente: 200 km sulle strade del Colorado senza nessuno al volante.
Nella sede californiana della Otto, un centinaio di ingegneri e tecnici lavorano per modificare enormi autoarticolati e renderli indipendenti dagli esseri umani. Claire Delauney, cofondatrice di Otto: “Antenne per il Gps, due telecamere per individuare macchine e corsie, e qui abbiamo un lidar per individuare macchine e un radar”. All’interno, tutto resta uguale, tranne un pulsante per accendere il pilota automatico e un altro per riprendere il controllo del mezzo in caso di problemi. Trasformare un tir normale in un tir autoguidato costa circa 30.000 dollari. Ma l’industria dei trasporti, secondo la Otto, ha molto da guadagnarci: “Il volume di mercanzie che viaggia ogni giorno su strada è davvero enorme. E al momento l’industria in sé è anche molto vecchia e poco efficiente, tecnologicamente obsoleta”. Per ora, un guidatore è ancora necessario per le tratte non autostradali, ma in futuro, secondo la Otto, l’intero tragitto potrà essere effettuato senza un essere umano a bordo. Secondo gli esperti, l’industria dei trasporti potrebbe risparmiare 168 miliardi di dollari all’anno grazie a questa tecnologia. Jerry Kaplan, professore di Artificial Intelligence all’università di Stanford: “Ci vorrà ancora un po’, in buona parte per ragioni sociali e in certa misura anche legali, ma in termini pratici questa tecnologia probabilmente sarà del tutto affidabile nei prossimi anni, e assai più sicura dei guidatori umani, per cui ha senso attrezzarsi e cominciare: meglio presto che tardi”. Ma per i camionisti, come Jess Durance, è una prospettiva catastrofica: “I robot vanno bene per fare alcune cose, ma non per guidare i tir, non credo. Questa è la nostra vita, la mia vita: che cosa faremo?”.