David Ermini è il nuovo vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Il consigliere laico, finora deputato e responsabile Giustizia del Pd, è stato eletto dal plenum alla terza votazione con 13 preferenze. Alberto Maria Benedetti, in quota M5s, si è fermato a 11 voti, due le schede bianche. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che dell’organo di autogoverno delle toghe è il presidente, come da prassi non ha partecipato al voto.
Ermini ha immediatamente chiesto “la sospensione dal mio partito politico, a cui sono iscritto, perché ritengo che quando si assume un incarico istituzionale bisogna avere la possibilità di essere liberi”, ha detto Ermini subito dopo l’elezione, sottolineando “una cosa importante: tutti noi dobbiamo dismettere la nostra casacca che avevamo prima, rispondiamo solo alla legge e alla Costituzione”. “Inizia una nuova pagina del Consiglio superiore della magistratura”, ha commentato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando che il Csm è un “organo collegiale che porta avanti i compiti assegnati dalla Costituzione”.
Ma la scelta di Ermini, che ha spaccato in due il plenum del Csm, non è andata giù al M5s. “Prendo atto che all’interno del Csm c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica”, ha attaccato su Facebook il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Ovviamente nulla di personale con Ermini”, ha voluto precisare il Guardasigilli, osservando però che si tratta di “un esponente di primo piano del Pd, unico politico eletto in questa legislatura tra i laici del Csm. All’attacco anche il vicepremier Luigi Di Maio: “È incredibile! Avete letto? Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd – ha scritto anche lui su Fb – è appena stato eletto presidente di fatto del Consiglio Superiore della Magistratura. Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov’è l’indipendenza? E avevano pure il coraggio di accusare noi per Foa che non ha mai militato in nessun partito. È incredibile. Ermini è stato eletto a marzo, si è fatto 5 anni in Parlamento con il Pd lottando contro le intercettazioni: la riforma che abbiamo bloccato era proprio la sua. Ora lo fanno pure presidente. Il Sistema è vivo e lotta contro di noi”.
Non si sono fatte attendere le repliche del Pd. Prima il segretario Maurizio Martina: “Ci sono dichiarazioni gravissime da parte di autorevoli rappresentanti di governo sul Csm. Addirittura il ministro della Giustizia. Dimostrano in questo modo di non avere alcun senso dello Stato. Il governo rispetti la Costituzione e l’organismo di autogoverno della magistratura”. Poi l’ex premier Matteo Renzi: “La verità – sostiene in un post su Facebook – è che Di Maio non è più lucido. Ieri mi ha dato dell’assassino, oggi attacca i giudici italiani. Capisco lo stress di lavorare, specie per chi non vi è abituato. Ma Di Maio dovrebbe ricordarsi che le procedure del Csm sono definite da una legge fondamentale che si chiama Costituzione. Continuano ad attaccare le istituzioni, senza pietà. Bisogna reagire. Perché chi tace è complice. Di Maio urla che l’elezione del vice presidente del Csm è un complotto di Renzi e del Pd. Allucinante”, aggiunge ricordando che David Ermini è stato eletto al Cdm “anche coi voti del Movimento cinquestelle (723 parlamentari!). Oggi Di Maio grida al complotto, ma in Aula lo ha votato anche lui. Un complotto a sua insaputa?”. E poi che l’elezione di Ermini è avvenuta grazie al voto dei togati, “che a loro volta sono stati eletti dai giudici di tutta Italia. I togati dovevano scegliere tra due professionisti del diritto: uno eletto dal Pd, uno scelto dalla piattaforma Rousseau. Non è pensabile dire che se vince Rousseau è democrazia, se vince uno del Pd è complotto”.