447 MEMBRI Domani mattina, ad Atlanta, i 447 membri del Comitato nazionale democratico (Dnc) sceglieranno il prossimo presidente; difficile che uno dei sette candidati possa ottenere la maggioranza al primo giro di voti; secondo gli esperti, scrive The Hill, potrebbero essere necessarie fino a sei votazioni (dopo due votazioni, a ogni giro viene escluso il meno votato). La maggior parte dei membri dell’establishment sostiene Perez e, anche se l’ex presidente Obama non si è espresso, a suo favore si sono pubblicamente schierati l’ex vicepresidente, Joe Biden, e l’ex segretario alla Giustizia, Eric Holder. Ellison (foto, dx), invece, ha ottenuto l’endorsement dell’ex candidato alle primarie democratiche, il senatore Bernie Sanders, che ha così ricambiato l’impegno del deputato per la sua campagna presidenziale; si ripropone, in questo modo, la contrapposizione tra l’establishment e l’ala più liberal del partito, anche se Ellison ha ottenuto il sostegno del nuovo leader della minoranza in Senato, Chuck Schumer.
WIKILEAKS Una competizione così per l’elezione del presidente non avveniva da decenni, secondo la Nbc: quando i democratici sono alla Casa Bianca, è il presidente degli Stati Uniti a nominare il nuovo leader; quando perdono, lo eleggono, ma nelle ultime occasioni la corsa alla presidenza è stata decisa prima ancora che la votazione cominciasse. Il Comitato nazionale democratico, l’organo di guida del partito, è stato al centro delle polemiche durante la campagna presidenziale, a causa delle rivelazioni di WikiLeaks, che ha pubblicato migliaia di e-mail interne (rubate da hacker russi, secondo la Cia e altre agenzie d’intelligence federali) che hanno portato alle dimissioni della presidente Debbie Wasserman Schultz, che avrebbe cercato di favorire la corsa alla nomination di Hillary Clinton.