Cronaca

Detenuto ferisce un agente alla gola con una lametta. Sindacato: “A volte hanno un arsenale”

Un detenuto sudamericano ha aggredito a piu’ riprese quattro poliziotti penitenziari nel carcere di Prato, ferendone uno alla gola con una lametta. Quest’ultimo e’ stato medicato e dimesso con una prognosi di 21 giorni per i tagli e la lussazione di una spalla mentre i suoi colleghi hanno riportato solo contusioni con una prognosi tra i 7 e i 10 giorni. L’attacco e’ stato sferrato dopo che al detenuto era stato consentito di assistere alla funzione religiosa e all’indomani dei disordini scoppiati sabato sera nel penitenziario della Dogaia.

L’aggressione e’ stata denunciata per primo dal segretario generale dell’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), Leo Beneduci. Ad accrescere le polemiche il fatto che il detenuto gia’ in passato era stato protagonista di violenze tanto da avere subito vari spostamenti in altri istituti di pena. “Si tratta dell’ennesimo episodio in cui i poliziotti penitenziari devono affrontare del tutto a mani nude i soggetti piu’ violenti che spesso la societa’ esclude dalla civile convivenza proprio in ragione della particolare efferatezza delle loro azioni”, ha commentato Beneduci.

“Purtroppo”, ha osservato, “mentre i Poliziotti Penitenziari non possono utilizzare nessun strumento a propria difesa i detenuti hanno spesso a disposizione un vero e proprio arsenale costituito da strumenti quali spranghe, lamette, fornellini, coperchi di scatolette e carrelli ed e’ assurdo immaginare che mentre altre forze di polizia sperimentano del tutto legittimamente Taser elettrici e spray al peperoncino gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria sono lasciati completamente inermi al’interno delle sezioni detentive”.

Per il sindaco di Prato, il dem Matteo Biffoni, “l’attenzione sugli istituti penitenziari deve essere altissima e dal ministero deve arrivare un segnale concreto anche per la Dogaia, in particolare per quanto riguarda i problemi di sovraffollamento del carcere pratese”. “Quanto e’ accaduto e’ inaccettabile – ha commentato – la tutela e la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria e di tutti coloro che vi lavorano devono essere sempre garantiti. Il carcere e’ un luogo di detenzione e riabilitazione, per questo devono esserci le giuste condizioni nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei detenuti che vi scontano la pena”.

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redazione