“E’ evidentemente che c’è qualcuno che vuole sempre alzare, e tenere alta, la tensione, cercando di disturbare il lavoro della magistratura. Io credo che noi dobbiamo andare avanti con la stessa determinazione di sempre. La collettività ha necessità di capire. Di essere informata, e cercare di comprendere senza sottovalutare nulla”. Così il sostituto procuratore di Palermo, Nino Di Matteo, ha commentato i timori legati alla realizzazione di un attentato, da parte di Cosa nostra, al Palazzo di Giustizia di Palermo. In una lettera destinata al magistrato Roberto Scarpinato, ignoti hanno fatto riferimento ad un possibile attentato dinamitardo nei confronti del Procuratore Generale, e già ieri il comitato per la sicurezza si è riunita in Prefettura a Palermo, per decidere le nuove misure da adottare.
“Chi come me, e tanti altri colleghi, da tanti anni fa questo lavoro e cerca di impegnarsi a fondo nelle indagini antimafia – ha proseguito Di Matteo -, deve mettere nel conto determinate situazioni, di minacce, di pericolo che si ripetono periodicamente. Certo, nell’ultimo anno si sono susseguiti una serie di episodi, anche abbastanza ripetuti e inquietanti, non soltanto nei miei confronti, ma anche nei confronti dei miei colleghi del pool antimafia, e ora nei confronti del procuratore generale Scarpinato”. Per Di Matteo, per il quale migliaia di persone, tra attivisti e semplici cittadini, sono scese in piazza nei mesi scorsi, manifestando la propria vicinanza e solidarietà dopo le minacce di morte ricevute da Totò Riina, “queste manifestazioni d’interesse, di sostegno, finiscono col costituire uno scudo ulteriore, oltre alla protezione assicurata dalla scorta dei carabinieri e della polizia. Credo – ha concluso il magistrato titolare dell’accusa nel processo sulla trattativa Stato-mafia – che, nei confronti dei malintenzionati, possa agire come deterrente, la constatazione che una buona parte dell’opinione pubblica tiene alla sicurezza dei propri magistrati, perché crede e spera nel loro lavoro indipendente”. (TMNews)