Di scena Brignano, paternità non è da tutti

Di scena Brignano, paternità non è da tutti
13 febbraio 2016

brignano“La paternità non è da tutti, perché i bambini esigono, quando vogliono qualcosa e sono piccoli te lo chiedono piangendo”, infatti “diciamo che la parte piacevole dell’avere un bambino è quando una coppia lo concepisce”. Enrico Brignano sceglie un monologo sulla paternità per la sua esibizione sul palco dell’Ariston, che suona a molti un po’ come un tentativo di ‘compensare’ il festival arcobaleno. Il comico ha parlato dei figli che nascono dall’unione di una coppia, dal tentativo dell’uomo di congiungersi con la donna che all’inizio si ritrae ma poi si concede, allo stare insieme “in senso biblico”. “Alla fine -dice Brignano- i figli nascono quando si copula, insomma quando si ‘tromba’…”. “La paternità mi spaventa -ha detto il comico romano- non tanto quando i figli sono piccoli, che ci pensa la madre, è insegnare l’educazione che poi mi preoccupa. Come si può parlare ai giovani di oggi? Stanno sempre a chattare, ma forse basterebbe sforzarsi e trovare le parole giuste. Io non sono padre, ma se fossi padre comincerei col dire: ‘figlio, figlio mio. Ora parlerò con te, e poi parlerò con tua madre”. Poi Brignano ha proseguito il monologo immaginando di parlare con il figlio non ancora avuto. “Non so perché non ti ho ancora avuto –ha detto- forse sarà stata la paura. Io ti vorrei già grande, ma non tanto grande per vederti andare via, grande di soli sei anni, per fare un giro in bicicletta con te. E stare in equilibrio: ecco, è questo che mi auguro per te, l’equilibrio”. Brignano ha poi concluso facendo gli auguri “alle donne della mia vita, mia mamma che compie 80 anni e a Flora, che ne compie molti di meno”.

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