Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha rivelato che Kiev sta lavorando attivamente a un piano di negoziati con la Russia, un passo potenzialmente significativo verso la fine del conflitto che devasta il paese dal 2022. Tuttavia, il quadro politico e diplomatico rimane altamente complesso e incerto, con diverse forze interne ed esterne che influenzano le possibilità di successo di questo piano. Le dichiarazioni di Zelensky sono state rese durante un incontro con giornalisti il 20 settembre, e riportate dalle agenzie Interfax-Ucraina e RBC-Ucraina.
Secondo quanto emerso, il piano di negoziati non ha ancora coinvolto incontri ufficiali con rappresentanti russi, nonostante alcuni media abbiano inizialmente dato notizia di contatti avviati. “L’Ucraina sta lavorando attivamente a un piano che costituirà la base per dialogare con la Russia in qualsiasi formato” ha chiarito Zelensky, aggiungendo che tre punti cruciali del piano sono già stati definiti. Sul piano politico, la mossa di Zelensky riflette una strategia duplice: da un lato, mantenere la pressione militare sulla Russia per indebolire la sua posizione, e dall’altro preparare un percorso diplomatico per una risoluzione negoziata. Zelensky ha infatti affermato che l’Ucraina intende continuare a rafforzare le sue capacità belliche, suggerendo che il successo sul campo di battaglia potrebbe spingere la Russia verso un accordo diplomatico.
Uno dei punti del piano ucraino, secondo le agenzie, riguarda la regione di Kursk, occupata dalle forze ucraine in agosto, un fatto che complica ulteriormente le relazioni tra Kiev e Mosca. “L’architettura della sicurezza mondiale” e il ruolo che l’Ucraina intende ricoprire all’interno di essa rappresentano un altro pilastro del piano, sottolineando l’obiettivo strategico del governo di Kiev di rafforzare la propria influenza internazionale. A ciò si aggiungono le questioni legate all’invio di armi da parte dell’Occidente, lo sviluppo economico post-bellico, il rapporto con la NATO e il cammino verso l’adesione all’Unione Europea, temi che implicano un forte orientamento euro-atlantico per l’Ucraina.
Sul fronte diplomatico, Zelensky ha ribadito che il piano verrà esposto anche alla Russia. “La guerra non può finire senza il coinvolgimento dell’altra parte del conflitto” ha affermato, ma il contesto politico attorno a questi potenziali negoziati è tutt’altro che semplice. Da un lato, Mosca ha più volte respinto proposte di negoziati, ribadendo le proprie condizioni per una possibile tregua, mentre dall’altro lato Kiev non intende fare concessioni su questioni territoriali, inclusa la Crimea, occupata nel 2014, e le regioni dell’Ucraina orientale. In un contesto in cui i rapporti con l’Occidente continuano a essere cruciali, la posizione dell’Ucraina nel quadro internazionale risulta sempre più centrale. Zelensky è consapevole che qualsiasi tentativo di negoziato debba essere supportato da alleati chiave, come Stati Uniti, Unione Europea e NATO. L’appoggio occidentale, in termini militari e finanziari, resta determinante per il governo di Kiev, e il piano negoziale potrebbe essere visto anche come un modo per consolidare questo sostegno.
Tuttavia, la diplomazia ha un margine ristretto di manovra. Il piano negoziale di Kiev rischia di essere percepito come troppo ambizioso o irrealizzabile da Mosca, mentre in Ucraina potrebbe essere interpretato con scetticismo da una parte della popolazione e della politica interna, specie da quei settori che chiedono una vittoria totale e il recupero di tutti i territori occupati. Infine, il contesto geopolitico resta in continuo mutamento. La guerra in Ucraina ha profondamente riorientato le dinamiche globali, rafforzando l’influenza della NATO nell’Europa orientale e isolando sempre più la Russia sul piano internazionale. Il piano di negoziati annunciato da Zelensky sembra inserirsi in questo quadro più ampio, in cui il futuro dell’Ucraina è strettamente legato alle dinamiche di potere e alle strategie geopolitiche di lungo termine. Con l’annuncio di un piano negoziale, l’Ucraina cerca di aprire uno spiraglio verso una soluzione politica, ma il cammino verso la pace sembra ancora segnato da incertezze e ostacoli sia sul piano militare che diplomatico.