Si chiama “Diego” (Device for Inspiration and Expiration, Gravity Operated) il primo respiratore polmonare d’emergenza per la ventilazione forzata di pazienti in condizioni di grave insufficienza respiratoria. È stato realizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) in collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara (Unife).Diego, che per funzionare utilizza un comune pallone respiratore di tipo Ambu, è nato da un’idea di Luciano Fadiga, professore ordinario di Fisiologia a Ferrara e direttore del Centro di Neurofisiologia traslazionale dell Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Giulio Sandini, ordinario di Bioingegneria a Genova e Founding Director di IIT e Diego Torazza, ingegnere progettista all IIT.
Giulio Sandini: “Non un vero e proprio ventilatore professionale ma un oggetto da usare insieme a un pallone respiratore per sostituire l’operazione manuale di solito effettuata da un operatore con un operazione motorizzata. Quindi un accessorio di un dispositivo clinico”. Semplice, realizzato a basso costo e utilizzando componenti facilmente reperibili e sicuro: può funzionare a batteria o ad alimentazione solare, anche quindi in caso di interruzione della fornitura elettrica, garantendo la sicurezza del paziente. “La pressione esercitata sul pallone dipende dalla forza di gravità e non dal motore che interviene solo per sollevare il peso che poi lasciato scendere sul pallone lo comprime e quindi è in grado di soffiare aria nei polmoni con una pressione massima limitata dalla massa che viene messa sulla leva”.
Luciano Fadiga: “E’ un dispositivo d’emergenza pensato per situazioni in cui non è disponibile un ventilatore polmonare tradizionale, purtroppo non è infrequente, in particolare con il picco dell epidemia di Covid-19 e ci sono paesi in cui un ventilatore è purtroppo un miraggio”. Dopo i primi test in laboratorio e l’assenso alla sperimentazione clinica dal Comitato Etico dell Emilia Romagna il prototipo è stato usato con successo per ventilare alcuni pazienti volontari all ospedale di Ferrara. E’ già stato prodotto in pre-serie da SCM Group di Rimini, leader multinazionale italiano nelle macchine e componenti industriali e sono allo studio modalità di fabbricazione per distribuirlo senza scopo di lucro a strutture ospedaliere interessate.