Politica

Direzione PD su voto online primarie, si rischia conta

Si rischia un braccio di ferro in direzione Pd, mercoledì, quando il parlamentino del partito si riunirà per decidere le regole delle primarie per eleggere il nuovo segretario. Se non sembrano esserci grandi problemi sul rinvio del voto – causa regionali – dal 19 al 26 febbraio, è ancora stallo sulla richiesta di Elly Schlein di utilizzare anche le urne “online”, oltre ai gazebo. Gli altri tre candidati – Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli – non sembrano disponibili, un minima apertura alla discussione era arrivata solo da Cuperlo, ma con la precisazione che è comunque preferibile il voto in presenza. Diversi parlamentari che sostengono Schlein, però, oggi rilanciavano: “La nostra richiesta rimane sul tavolo, noi non la archiviamo. E’ una cosa di buonsenso per allargare la partecipazione”.

Domani ci sarà una riunione con Marco Meloni – coordinatore della segretaria – e Stefano Vaccari, responsabile organizzazione. Parteciperanno i rappresentanti di tutti e quattro i candidati. “Cercheremo di convincere gli altri”, insistono i sostenitori della Schlein. Ma, aggiungono, alla fine la conta in direzione non è esclusa: “Se non si trovasse un accordo diventerebbe inevitabile. Di sicuro non ci sono margini per l’archiviazione della proposta”, continua la stessa fonte. I numeri in direzione potrebbero esserci, ammette un parlamentare dell’area Bonaccini: “Gli equilibri sono quelli dello scorso congresso”, cioè quello che elesse Nicola Zingaretti. E buona parte di chi era allora con l’ex presidente del Lazio ora è con Schlein, o almeno simpatizza per lei: Dario Franceschini, per esempio, anche se metà della sua corrente – a cominciare da Piero Fassino – è con Bonaccini. E poi Giuseppe Provenzano. Non è ostile al voto online nemmeno Andrea Orlando, anche se l’ex ministro non è entusiasta di una discussione sulle regole anziché sui temi politici.

“Se si andasse alla conta potrebbero farcela”, insiste l’esponente dell’area Bonaccini. Per Schlein, il voto online è solo un modo per allargare la partecipazione. Un argomento non da poco, in un momento in cui il Pd fatica anche col classico tesseramento. Delle primarie flop sarebbero un boomerang per un partito che vuole rilanciarsi. Ma, argomentano gli altri – soprattutto chi è con Bonaccini – “le primarie online rischiano di disincentivare i gazebo, in Sicilia è successo così. E noi abbiamo bisogno di un partito vero, in carne ed ossa, con gente che esce di casa e viene ai gazebo, discute, si confronta”. Ma c’è anche un aspetto molto più prosaico della vicenda e qualcuno lo ammette: “La verità è che Schlein va meglio di Bonaccini sul web – dice un parlamentare che sostiene il presidente dell’Emilia Romagna – loro vogliono il voto online perché pensano di avere qualche possibilità in più”. D’altro canto, non si è mai votato online per il segretario, le esperienze fatte finora riguardavano le elezioni amministrative.

Non c’è accordo nemmeno sulla procedura da seguire per un eventuale introduzione del voto online. Per l’area Schlein lo statuto attuale già consente di usare questo metodo, basterebbe approvare un regolamento. I sostenitori di Bonaccini dicono che non è così, sostengono che servirebbe una modifica dello statuto. Ma alla fine cambia poco: che si tratti di modificare lo statuto o semplicemente di approvare un regolamento in direzione, il problema è capire la praticabilità di una prova di forza su un tema come questo. “Non si è mai deciso a maggioranza sulle regole per il congresso”, avvertono dall’area Bonaccini. “Sarebbe un errore tentare una forzatura. E non è detto che riuscirebbe”. Enrico Letta non si pronuncia, il segretario è attento a restare in un ruolo neutrale e invita soltanto a procedere di comune accordo. Si vedrà domani se la riunione con i rappresentanti dei quattro candidati riuscirà a risolvere la questione prima della direzione di mercoledì.

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