Dirigente Fn pestato, due fermi per tentato omicidio. Ursino: “Nostra politica è trasparente”
Attivisti “antagonismo di sinistra” erano stati condotti in questura video
Due persone sono state fermate e altre quattro denunciate per tentato omicidio in relazione alla brutale aggressione di ieri sera compiuta da un gruppo di otto persone nei confronti del segretario provinciale di Forza Nuova a Palermo. E’ il frutto delle indagini avviate dalla Polizia di Stato che hanno consentito di ricostruire le fasi dell’aggressione e di individuarne gli autori. Oggi alcuni attivisti dell'”antagonismo di sinistra” erano stati condotti in questura dopo numerose perquisizioni che hanno interessato diversi centri sociali. Nel corso della notte, gli agenti della Digos avevano effettuato numerose perquisizioni presso le abitazioni di alcuni soggetti legati ad ambienti dell’antagonismo e presso lo studentato “Malarazza” di via Cavour. Gli esiti delle perquisizioni hanno consentito di rinvenire e sequestrare numerosi oggetti di interesse investigativo, quali indumenti e mazze. Determinanti, per la ricostruzione del pestaggio del dirigente di FN Massimo Ursino, le dichiarazioni testimoniali acquisite sul luogo dell’aggressione e la visione delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza della zona, nonche’, viene spiegato dalla questura, la profonda conoscenza degli ambienti d’area cittadini da parte della Digos. Le risultanze investigative hanno consentito l’emissione di un provvedimento di fermo del pm con l’accusa di tentato omicidio, nei confronti di Giovanni Marco Codraro, 26 anni, e di Carlo Mancuso, 28 anni, entrambi con numerosi precedenti di polizia. Nel medesimo contesto sono stati denunciati altri quattro giovani palermitani. Ulteriori indagini sono in corso per consolidare il quadro accusatorio e per giungere all’identificazione degli ultimi due componenti del commando.
URSINO – “La violenza di ieri sera è frutto di un clima di esasperazione politica che riscontriamo negli ultimi mesi soprattutto a causa di una campagna di odio e di demonizzazione di certe testate giornalistiche come Repubblica e L’espresso che sono andati alla ricerca del fascista e poi alla fine a trovarlo sono stati questi epigoni delle Brigate rosse che sono questi giovanotti dei centri sociali la cui unica motivazione all’esistenza è il cosiddetto antifascismo militante degli anni 70, ovvero la caccia al forzanovista in questo caso per le strade della città. Giocano a questa guerra, però giocando giocando a volte può scapparci il morto come è successo diversi anni fa”. A parlare è Massimo Ursino, secondo il quale, “la nostra attività politica è sempre stata alla luce del sole; non ci siamo mai macchiati di cose di questo tipo. La teoria degli opposti estremismi la rifiutiamo categoricamente, non siamo malati di anticomunismo militante come invece questi che vogliono essere nostri avversari sono malati della malattia opposta”. E ha concluso:” io non ho paura. Non ho mai avuto paura da quando a 14 anni ho cominciato a fare attività politica”.