Diritti televisivi, Berlusconi jr e Confalonieri prosciolti da accuse di frode fiscale

MEDIATRADE La Corte di cassazione ha annullato le condanne perché il fatto non costituisce reato

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La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio le condanne per frode fiscale su diritti televisivi ad un anno e due mesi di reclusione emesse dalla Corte di appello di Milano lo scorso marzo nel processo Mediatrade nei confronti di Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, vicepresidente e presidente di Mediaset. Secondo fonti della difesa, le condanne sono state annullate perché il fatto non costituisce reato. L’udienza si é svolta stamani e la decisione si é appresa in tarda serata. In una nota nota Mediaset esprime ‘soddisfazione ” per la sentenza e secondo la società il verdetto “ristabilisce la verità annullando la sentenza di Appello del processo Mediatrade, sentenza che aveva ribaltato il verdetto di Primo grado del tribunale di Milano”. E la notizia è doppiamente positiva perché Mediaset ha contemporaneamente ottenuto, attraverso la sua controllata Rti in Svizzera, un sequestro a proprio favore di 148 milioni di dollari, ritenuti dalla procura milanese il frutto dei diritti tv gonfiati e dal 2005 bloccati alle due cittadine cinesi presunte prestanomi del produttore Frank Agrama.

Mediaset ricorda “che in primo grado Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi erano stati assolti da tutte le accuse con una sentenza che era stata emessa al termine di un lungo e approfondito dibattimento durato più di tre anni: con la decisione di oggi – conclude Mediaset – la sentenza originaria viene di fatto confermata dalla Corte di Cassazione”. A breve sarebbe maturata la prescrizione per il processo Mediatrade. Secondo la sentenza di condanna emessa in Appello i vertici di Mediaset si sarebbero sottratti “consapevolmente dall’esercitare i poteri-doveri di controllo (e gestione) attribuiti dalla legge al ruolo rivestito”, “non solo accettando il rischio” ma “persino apertamente” perseguendo “l’effetto, univoco e fisiologico, dell’evasione fiscale”. E questa “e’ l’unica chiave di lettura possibile delle loro condotte”. La Corte d’Appello aveva invece confermato le assoluzioni stabilite in primo grado per gli altri sei imputati: per il produttore statunitense Frank Agrama, gli ex manager Gabrielle Ballabio, Daniele Lorenzano e Giovanni Stabilini e per le due cittadine di Hong Kong, Paddy Chan Mei-You e Catherine Hsu May-Chun.