Diritto all’oblio, chiesto risarcimento di 2 milioni di euro a Google

Diritto all’oblio, chiesto risarcimento di 2 milioni di euro a Google
5 ottobre 2017

Una richiesta di risarcimento di due milioni di euro a Google per la mancata applicazione del diritto all’oblio e della stessa cifra al ministero della Giustizia per ingiusta detenzione: Giovanni Giancane, 48enne di Monteroni nel Leccese, ha trascinato in Tribunale il colosso di internet e lo Stato italiano. Vuole dimenticare la vicenda giudiziaria di cui e’ stato protagonista, evitando che il suo nome venga ancora associato al rapimento di una bambina di sei anni. Per quella brutta storia il salentino fini’ in carcere nel giugno 2014, accusato dai carabinieri di Lecce di avere aiutato l’amica Valentina Piccinonno, che fu considerata mente del sequestro, ad attuare il suo piano criminale. L’uomo – stando all’ipotesi all’epoca accreditata dal pm di Lecce e dal gip che firmo’ l’ordinanza di custodia cautelare – avrebbe avvicinato in un parco giochi di Monteroni la bambina che successivamente sarebbe stata portata via dalla stessa Piccinonno. La donna fu condannata a un anno e 8 mesi di reclusione per il rapimento, mentre Giancane nel 2015 fu assolto dal Tribunale di Lecce.

L’uomo ha quindi deciso di intraprendere una battaglia per uscire da quella brutta vicenda che – a suo dire – gli ha causato enormi problemi psico-fisici e relazionali. A partire dalla fine di molte relazioni sociali nel paese, un centro piccolo, nel quale ha raccontato di venire ancora guardato con sospetto da molti suoi concittadini. Senza contare poi il peso della detenzione subita ingiustamente: venti giorni di carcere in isolamento e poi dieci mesi agli arresti domiciliari. Per quel periodo di detenzione l’avvocato Daniele Scala ha avanzato richiesta di risarcimento nei confronti del ministero della Giustizia e la Corte di appello di Lecce dovrebbe pronunciarsi in merito nelle prossime settimane. Piu’ lunga, invece, la causa civile che fara’ finire in Tribunale Google, reo – secondo Giancane – di non aver eliminato i contenuti relativi al suo arresto per il rapimento della bambina. Digitando il nome di Giovanni Giancane sul motore di ricerca, vengono fuori numerosi articoli e servizi televisivi, relativi sia all’arresto che alle varie fasi del processo. Materiale che – secondo l’avvocato Scala – avrebbe dovuto essere rimosso gia’ da tempo in applicazione delle norme sul diritto all’oblio.

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