Cronaca

Disastro Rigopiano, 25 assolti e cinque condanne: protesta vittime

Cadono le accuse nei confronti di quasi tutti gli imputati per il disastro di Rigopiano, l’hotel sepolto da una valanga il 18 gennaio 2017 in cui persero la vita 29 persone. Il tribunale di Pescara ha assolto l’ex prefetto Francesco Provolo “perché il fatto non sussiste” e l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco, “perché il fatto non costituisce reato”. Le condanne al sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta (pena di 2 anni e 8 mesi), ed ai funzionari della Provincia, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio (pena 3 anni e 4 mesi), il gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso (6 mesi) e il tecnico Giuseppe Gatto (6 mesi), non bastano per i tanti parenti delle vittime che sono presenti nell’aula del palazzo di giustizia.

Le urla, i pianti, le proteste di chi ha “perso tutto, troppo” in quella tragedia “senza un perché” quasi sommergono la voce del giudice. Quando poi prendono visione del dispositivo della sentenza le grida diventano più accese. Al telefono l’avvocato Romolo Reboa fatica a trattenere l’emozione. I tanti mesi passati in udienza e prima ancora quelli in fase di indagine, sembrano gettati al vento adesso. Il penalista che – insieme con i colleghi Massimo Reboa, Roberta Verginelli, Francesco Lodise, Maurizio Sangermano e Gabriele Germano – ha rappresentato quattro famiglie delle vittime, spiega: “Purtroppo è avvenuto ciò che avevo previsto e tante volte affermato in aula. Se di questa vicenda sono state ritenute responsabili le poche persone condannate è evidente che l’impianto accusatorio della Procura di Pescara avrebbe dovuto essere diverso e avrebbe dovuto valorizzare gli elementi indiziari nei confronti di persone rimaste estranee al processo. Andavano seguiti alcuni flussi economici che a nostro avviso avrebbero reso più comprensibile i contorni dell’intera questione”.

E’ un elenco di “fatto non sussiste” e “non aver commesso il fatto” che occupa quasi una pagina. In particolare sono stati assolti: Pierluigi Caputi, Carlo Visca, Rocco Primavera, Vincenzo Antenucci, Carlo Giovani, Sabatino Belmaggio. Per Massimiliano Giancaterino, Antonio De Vico, Enrico Colangeli, Luciano Sbaraglia, è caduta la contestazione che riguardava il mancato inserimento nel piano di emergenza comunale della previsione del divieto di utilizzo dell’hotel Rigopiano nella stagione invernale ed alla mancata comunicazione alla sala operativa di Pescara ed alla Sor dell’Aquila dello specifico isolamento” dovuto alla valanga.

Per lo stesso è stato assolto anche il sindaco Lacchetta. Così Paolo Del Rosso, Enrico Colangeli e Antonio Sorgi. Cadute accuse anche per Bruno Di Tommaso e Andrea Marrone, Tino Chiappino e Giulio Honorati, Ida De Cesaris e Leonardo Bianco, Salvatore Angieri, Sergio Mazzia, Giancarlo Verzella, Giulia Pontradolfo e Daniela Acquaviva. Nei confronti degli imputati per cui erano stati eseguiti dei sequestri conservativi è stata disposta la revoca dei provvedimenti con conseguente restituzione dei beni. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha spiegato: “La sentenza provoca dolore e sorpresa, e non possiamo non comprendere i sentimenti dei familiari delle vittime e dei superstiti. Nello stesso tempo, abbiamo il dovere come rappresentanti delle Istituzioni di rispettare la sentenza e di prendere atto della decisione del Giudice. Naturalmente, per esprimere un giudizio più completo e valutare le eventuali ulteriori azioni che la Regione potrà e dovrà intraprendere, dobbiamo attendere la pubblicazione delle motivazioni, che leggeremo e studieremo con la necessaria attenzione”.

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