Disordini in Francia: oltre 870 arresti. Pronto dispiegamento blindati gendarmeria

Disordini in Francia: oltre 870 arresti. Pronto dispiegamento blindati gendarmeria
Nahel
30 giugno 2023

Parigi, Lille, Nanterre e Boreaux ma anche tante altre città francesi in fiamme per la terza notte consecutiva di disordini scatenati dalla morte di Nahel, un ragazzo di 17 anni ucciso a Nanterre durante un posto di blocco da un agente di polizia. Sono state arrestate persone durante gli scontri come ha annunciato il ministro degli Interni del Paese, Gerald Darmanin. Un totale di 875 persone fermate in Francia, di cui 408 a Parigi e sobborghi. Inoltre, 492 edifici sono stati danneggiati, 2.000 veicoli bruciati e 3.880 incendi sono stati appiccati lungo le strade pubbliche ieri sera, secondo i dati forniti dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron all’inizio di un incontro a Matignon. Impossibile contenere la rabbia nelle banlieue nonostante il massiccio impiego di forze di polizia in tutto il paese. Il presidenre Macron convoca il comitato di emergenza.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha denunciato oggi “l’inaccettabile strumentalizzazione della morte di un adolescente” e ha annunciato l’adozione di “mezzi aggiuntivi” da parte del ministero dell’Interno. Il capo dell’Eliseo ha anche lanciato un appello alla “responsabilità” dei genitori, precisando che “un terzo degli arrestati” per le violenze avvenute la scorsa notte, dopo la morte del 17enne Nahel martedì scorso a Nanterre, è composto da “giovani o anche giovanissimi”. Nel mirino di Macron ci sono anche i social che “svolgono un ruolo considerevole nei movimenti degli ultimi giorni”.

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“Abbiamo visto su diversi di essi, Snapchat, TikTok e diversi altri contemporaneamente, l’organizzazione di assembramenti violenti e una forma di mimetismo della violenza che, tra i più giovani, porta a una forma di uscita dalla realtà”, ha aggiunto il capo dello Stato francese. Macron ha affermato che i servizi statali chiederanno alle piattaforme citate di rimuovere “i contenuti più sensibili” e ha chiesto la loro “responsabilità”, nonché la loro collaborazione per risalire all’identità di coloro “che utilizzano questi social network per inneggiare al disordine o per esacerbare la violenza”.

Intanto, la premier francese Elisabeth Borne ha annunciato il dispiegamento dei veicoli blindati della Gendarmeria per fronteggiare le violenze. Verranno quindi dispiegate “forze mobili aggiuntive”, aggiungendo che saranno anche cancellati “eventi su larga scala che mobilitano personale e che possono presentare rischi per l’ordine pubblico a seconda delle situazioni locali”. Queste decisioni rientrano tra le misure adottate nella riunione dell’unità di crisi interministeriale tenuta oggi al ministero dell’Interno e presieduta da Emmanuel Macron.

 

I funerali per Nahel

 

Nahel

“Dobbiamo continuare a sostenere questa famiglia, questa mamma, che domani seppelliranno il loro figlio”: è quanto ha detto il sindaco di Nanterre, Patrick Jarry, presente oggi alla riunione dell’unità di crisi tenuta dal governo francese sulle violenze scatenate dalla morte del 17enne Nahel, ucciso nel comune a nord-ovest di Parigi durante un controllo di polizia.

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Ai microfoni di BFMTV il primo cittadino ha detto di aver partecipato all’incontro per dire che “l’emozione e la rabbia provate per la morte di Nahel sono ancora molto forti e condivise dalla popolazione in tutta la sua diversità”. Al contempo, Jarry ha detto di voler esprimere “la tristezza e la desolazione provata dagli abitanti davanti alle violenze e l’urgenza di trovare un modo per uscire da questo ciclo di violenze”.

 

Onu: Francia affronti problemi di razzismo

L’Onu ha chiesto oggi alla Francia di affrontare seriamente i problemi di razzismo e di discriminazione razziale all’interno delle forze di polizia dopo la morte di Nahel, il 17enne di origini algerine ucciso da un poliziotto a Nanterre, alla periferia di Parigi. “Ora è il momento per il Paese di affrontare seriamente le questioni profonde del razzismo e della discriminazione razziale tra le forze dell’ordine”, ha dichiarato Ravina Shamdasani, portavoce dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

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