Sull’approvazione del Global compact Onu per i migranti il governo Lega-M5s rischia che si apra una nuova linea di frattura. Il premier Giuseppe Conte (al momento) riesce a rinviare la palla lasciando la decisione al Parlamento, ma l’effetto politico di oggi è che a dettare la linea sul tema sembra sia il ministro dell’Interno Matteo Salvini.[irp]
Il Global Compact for Migration è un accordo voluto dall’Onu e lanciato nel 2016 nel corso dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. L’obiettivo è favorire una accoglienza “sicura” tramite lo sviluppo di una rete di collaborazione internazionale. Il documento non è vincolante ma prevede una serie di impegni da parte degli Stati aderenti per tutelare i migranti. Il patto dovrà essere sottoscritto nella Conferenza intergovernativa in programma a Marrakech, in Marocco, il 10 e 11 dicembre prossimi.
Sul global compact tanto Conte (all’Onu) che il ministro Enzo Moavero Milanesi (in Parlamento) avevano sostanzialmente schierato l’Italia dalla parte del sì. Però ieri mattina, in aula, è stato il vicepremier leghista a dare lo stop. “Il governo italiano farà scegliere il Parlamento. Non firmerà alcunché e non andrà a Marrakech. Deve essere l’Aula a discuterne ed esprimersi”, ha detto Salvini intervenendo nel corso dell’esame del decreto sicurezza. Pochi minuti dopo Palazzo Chigi diffondeva una nota di Conte, in cui il premier sanciva la stessa linea. “Il Global Migration Compact – per il presidente del Consiglio – è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini: riteniamo opportuno, pertanto, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all’esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. A Marrakech, quindi, il Governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato”.[irp]
L’approvazione del global compact, al di là delle dichiarazioni ufficiali del Movimento 5 stelle che negano “divisioni”, rischia di mandare in fibrillazione l’alleanza, perché tra i pentastellati ci sono sensibilità molto differenti sul tema dei migranti. In particolare, l’ala del Movimento 5 stelle che fa capo al presidente della Camera Roberto Fico su accoglienza e integrazione ha posizioni ben diverse da quelle leghiste. Per questo un approdo in aula al buio “rischia” di dare il via libera all’approvazione. Per Salvini, però, questo non accadrà. “Ci sarà una iniziativa congiunta Lega-M5s, si farà un accordo, non riusciranno a farci litigare”, si è detto certo.
Ma Giorgia Meloni (Fdi) non si fida, chiede al governo di non rimettersi al Parlamento e sfida il ministro dell’Interno. “O l’Italia dice no al Global compact o Salvini valuti la possibilità di dire no al governo”, afferma. Intanto la decisione del governo provoca la reazione del Pd. “Oggi il vero premier, Matteo Salvini – denuncia il capogruppo alla Camera Graziano Delrio – ha cambiato la linea che il presidente del Consiglio Conte e il ministro degli Esteri Moavero avevano ribadito, cioè che l’Italia avrebbe firmato il Global compact. Ha detto che ci penserà il Parlamento ma questo fa perdere ulteriore credibilità all’Italia. E’ un governo diviso ulteriormente, come si può vedere, e il silenzio dei Cinque Stelle non è una soluzione. Devono decidere anche loro”. askanews