Divorzio Azione-Italia viva, gruppo Senato cambia nome e Calenda non va
Bonetti e Rosato: andiamo avanti con ‘Per’, insieme a Calenda
Il divorzio è consumato, Azione e Iv si separano dopo mesi di scontri e accuse reciproche. Il gruppo del Senato si è riunito questa mattina, convocato dal presidente Enrico Borghi(Iv) ma Carlo Calenda e i suoi non si sono presentati. L’assemblea, composta di fatto dai soli renziani, ha quindi deliberato il cambio del nome del gruppo in `Italia viva – centro – Renew Europe”. Una rottura che Matteo Renzi imputa all’ormai ex alleato, che qualche giorno fa aveva escluso l’ipotesi di una lista unitaria alle prossime europee.
Azione però reagisce duramente, contesta la validità del voto di oggi e si rivolge al presidente del Senato Ignazio La Russa, contestando una “doppia violazione” da parte di Iv: “Contrariamente a quanto dichiarato dal senatore Renzi, nessuno oggi ha deliberato o chiesto la separazione dei gruppi di Iv e Azione. Cosa che invitiamo il senatore Renzi a fare, visto che lo ha già annunciato mille volte. Per quanto riguarda la delibera sul cambio di nome abbiamo scritto al presidente del Senato per segnalare una doppia violazione dello statuto operata oggi dal capogruppo del gruppo Azione-Italia Viva – Renew Enrico Borghi”.
“La prima violazione – secondo Azione – riguarda l’inclusione nel gruppo della senatrice Musolino senza la proposta cofirmata da Borghi e Gelmini esplicitamente prevista dallo statuto del gruppo; la seconda riguarda la mancanza dei 2/3 dei voti, anche considerando impropriamente la Senatrice Musolino, per deliberare un cambio di statuto. Le deliberazioni assunte oggi sono da considerarsi nulle e la senatrice Musolino non può in nessun modo considerarsi parte del gruppo parlamentare Azione-Italia Viva – Renew. Il senatore Borghi è venuto meno ai suoi doveri di presidente del Gruppo, che in primo luogo prevedono il rispetto dello Statuto. Agiremo conseguentemente in tutte le sedi preposte. Altri commenti su questa vicenda ridicola e caricaturale non sono necessari”.
Borghi, dal canto suo, la mette così: “Le procedure sono state assolutamente regolari e conformi. Gli assenti hanno sempre torto. Spiace che i colleghi di Azione non abbiano partecipato a un momento di confronto politico nella sede che sarebbe stata naturale per affrontare e dirimere le questioni, ma non posso che prenderne atto. E’ una loro decisione, noi andremo avanti nella costruzione di una lista del centro aperta a tutti coloro che sono aperti a questa impostazione. Se poi loro vogliono andare a zig-zag non si capisce bene doveà Auguri”.
Bonetti e Rosato: andiamo avanti con ‘Per’, insieme a Calenda
Intanto, Elena Bonetti ed Ettore Rosato, dopo l’addio a Italia Viva, formalizzano in conferenza stampa il battesimo dell’associazione ‘Popolari Europeisti Riformatori’. Dopo il blitz di Iv che ha proceduto a maggioranza, in assenza dei senatori ‘in quota Calenda’, alla divisione e al cambio del nome del gruppo in Senato (da Azione-Iv-Renew Europe a Iv-Centro-Renew Europe), Bonetti puntualizza: “Noi abbiamo appreso dalle agenzie della rottura dei gruppi e del cambio di nome in Senato, a maggioranza”. E aggiunge: “Noi non abbiamo provocato nessuna rottura al Senato e non ne provocheremo una alla Camera. Per quanto mi riguarda rimarrò nel gruppo con cui sono stata eletta”.
“Piuttosto che cambiare nome” con “uno strano meccanismo, bastava – osserva Rosato – fare una telefonata e dirsi che ci si separava in modo consensuale. E’ stata scelta una strada molto più arzigogolata. Noi resteremo nel gruppo insieme ad Azione e a ‘Per’, la nostra associazione, e faremo un lavoro insieme per la costruzione del Terzo Polo, non una lista elettorale ma un soggetto politico che abbia la capacità di rappresentare il mondo riformista popolare moderato capace di lavorare insieme attorno a una progetto politico”.
“Ci spiace – aggiunge Rosato – che ci siano queste modalità curiose. Non riesco a ricordare analogie nel passato per fare una separazione che continuo a considerare assolutamente sbagliata”. Obiettivo di ‘Per’, sostiene Rosato, è “dare un senso a chi oggi si attende molto pragmatismo e poca ideologia. Oggi qualcuno potrebbe titolare sulla fine del Terzo Polo per la spaccatura” con Renzi ma, precisa, non è così”. “Oggi il Terzo Polo riparte e nella sua più piena autenticità”, sottolinea Bonetti, presidente dell’associazione ‘Per’, “un’associazione di donne e uomini” aperta anche alla collaborazione con altre associazioni per fare “rete”.