Dj Fabo, Cappato a processo: rispetto giudice ma legge sbagliata
Il tesoriere associazione Coscioni: sapevo di correre rischio
Il processo nei confronti di Marco Cappato per la vicenda di dj Fabo “sarà l’occasione per processare una legge approvata in epoca fascista che, nel nome di un concetto astratto e ideologico di vita, è disposta a sacrificare e calpestare le vite delle singole persone in carne ed ossa”: lo ha detto lo stesso tesoriere dell’associazione Luca Coscioni commentando l’imputazione coatta disposta nei suoi confronti dal gip di Milano, Luigi Gargiulo, per avere accompagnato in Svizzera Fabo per la pratica del suicidio assistito. “Esprimo tutto il mio rispetto per la scelta del giudice per le indagini preliminari – ha dichiarato Marco Cappato in una nota – quando ho accettato la richiesta di Fabo sapevo di andare incontro al rischio di essere processato, così come lo sanno Mina Welby e Gustavo Fraticelli per le altre persone che abbiamo aiutato e continuiamo ad aiutare. Il processo sarà l’occasione per difendere il rispetto della libera e consapevole scelta di Fabo interrompere una condizione di sofferenza insopportabile. Sarà anche l’occasione per processare una legge approvata in epoca fascista che, nel nome di un concetto astratto e ideologico di vita, è disposta a sacrificare e calpestare le vite delle singole persone in carne ed ossa”. “Nel frattempo l’azione di disobbedienza civile che portiamo avanti dal sito soseutanasia.it prosegue, fino a quando il Parlamento non avrà avuto il coraggio di decidere sulla nostra proposta di legge di iniziativa popolare depositata ormai quattro anni fa. Purtroppo, devo constatare che persino sul testamento biologico la politica ufficiale è incapace di assumersi le proprie responsabilità” ha concluso Cappato.