Djokovic: “Il tennis è truccato sveliamo il grande segreto antidoping”
La giornata dei media a Brisbane ha visto il protagonista assoluto Novak Djokovic tornare a discutere del controverso caso di doping che ha coinvolto il numero uno al mondo Jannik Sinner. Il serbo, noto per la sua schiettezza, ha espresso preoccupazioni non solo sulla gestione del caso ma anche sulla trasparenza del sistema antidoping nel tennis.
Durante la conferenza stampa, Djokovic ha esordito dicendo: “Conosco Jannik da quando era un ragazzo e non penso abbia assunto sostanze proibite intenzionalmente, ma è frustrante pensare che io e tanti altri tennisti siamo stati tenuti all’oscuro per mesi”. Questa affermazione riflette non solo un supporto personale per Sinner, ma anche un’evidente insoddisfazione per come è stata gestita l’informazione.
Djokovic ha poi continuato a sottolineare la necessità di una maggiore chiarezza nel sistema antidoping: “Ho dubbi su come funzioni il sistema antidoping e perché ci siano tennisti trattati diversamente da altri. Il problema per me è dato dalla discrepanza nel sistema in termini di trasparenza”. Il campione ha messo in evidenza come, in altri casi simili, le notizie sulle violazioni delle regole antidoping siano emerse tempestivamente, mentre nel caso di Sinner, la situazione è rimasta nascosta per mesi, creando un’incoerenza di trattamento che ha sollevato dubbi tra i giocatori.
La questione del clostebol, un anabolizzante trovato in tracce nei test di Sinner, ha scatenato un dibattito all’interno del mondo del tennis. Sinner ha sostenuto di essere stato contaminato accidentalmente attraverso un trattamento eseguito dal suo fisioterapista. La spiegazione è stata accettata da un tribunale indipendente, che ha stabilito “nessuna colpa o negligenza” per l’italiano, ma ha comunque comportato la perdita di punti ranking e premi in denaro relativi a una competizione.
Djokovic, con il suo peso nel circuito, ha chiesto non solo giustizia per Sinner ma anche riforme nel sistema antidoping per garantire un trattamento equo e trasparente per tutti gli atleti. “Dobbiamo avere regole chiare e protocolli standardizzati. Non può essere che alcuni giocatori vengano sospesi immediatamente mentre altri no. È una questione di equità”, ha affermato.
Le parole di Djokovic a Brisbane non sono solo un sostegno morale a Sinner ma rappresentano anche una critica costruttiva al sistema, spingendo per una maggiore trasparenza e uniformità nelle procedure antidoping. Il tennis, di fronte a questi episodi, si trova ancora una volta a riflettere sul suo impegno verso l’integrità sportiva e la trasparenza operativa.