Ancora Nole Djokovic. Con la testa e con il cuore, che si tocca con la mano dopo il match point, il tennista serbo conquista il decimo Australian Open su dieci finali ed eguaglia i 22 Slam di Rafa Nadal. Piange di gioia e di sollievo dopo il 63 76(4) 76(5) a Stefanos Tsitsipas, sconfitto per la seconda volta su due in una finale Slam. Grazie a questo risultato lunedì Nole, unico giocatore a finire sette stagioni in vetta al ranking ATP, inizierà la sua 374ma settimana da numero 1. Djokovic diventa il terzo campione più anziano dell’Australian Open nell’era Open dopo Ken Rosewall, vincitore nel 1972 a 37 anni e 72 giorni come vi abbiamo raccontato, e Roger Federer, che ci riuscì nel 2018 a 36 anni e 173 giorni.
Tsitsipas rimane uno dei sette giocatori in attività che hanno giocato almeno una finale Slam ma ancora non hanno conquistato il loro primo major.
La finale, la sesta con il più elevato gap di età fra i due protagonisti in uno Slam nell’era Open, inizia in salita per Tsitsipas che deve salvare due palle break nel primo turno di battuta. Il break arriva nel quarto game. Il doppio fallo di Tsitsipas è un segno di resa. Nel secondo set il serbo consegna un set point con un inusuale rovescio largo a campo aperto, ma frustra le ambizioni del greco. Lo ricaccia indietro con uno scambio da 15 colpi chiuso con il suo settimo vincente di diritto. In un tie-break di imprevedibile bruttezza, con dieci errori su undici punti, emerge ancora la minore freddezza di Tsitsipas. Nole, che vince il quinto dei sette giocati quest’anno, allunga 4-1. Il greco rimonta fino al 4-4 e illude la comunità di tifosi greci sulle tribune ma piazza un decisivo mini-break per risalire 5-4 e servizio. Un rovescio lungo e una risposta di diritto in rete fanno il resto. Nel terzo set il greco può solo allungare al tie-break anche il terzo parziale, ma Djokovic stampa la prima risposta, contro la seconda, di diritto a campo aperto. E la festa può cominciare