Via libera dell’Aula della Camera al decreto competitività con 299 voti a favore, 152 contrari e sette astenuti. Il provvedimento, che è stato modificato, deve tornare in Senato per il via libera definitivo. Tra le misure principali ci sono le norme sull’Ilva di Taranto (il prestito ponte per pagare stipendi e fornitori, lo sblocco delle risorse dei Riva sottoposte a sequestro penale per destinarle al risanamento, il rafforzamento dei poteri del subcommissario per l’ambiente); lo spalma-incentivi con i tagli al settore fotovoltaico seppure in una versione un po’ più soft rispetto a quella originaria (la misura ha l’obiettivo di ridurre del 10% le bollette alle Pmi); una doppia soglia Opa obbligatoria per le società quotate al 25% oltre a quella del 30% (sono escluse le Pmi che possono scegliere tra il 20% e il 40%).
Nel passaggio in Senato è stata soppressa la norma che riproponeva l’anatocismo, cioè la capitalizzazione degli interessi. Alla Camera invece sono state cancellate, tra l’altro, alcune modifiche che erano state inserite a Palazzo Madama: stop quindi alla deroga al tetto di stipendio per i manager delle società quotate emittenti strumenti finanziari quotati o che rilasciano titoli scambiati nei mercati regolamentati, via il finanziamento di 535 milioni di a Poste italiane, ripristino della soglia di mille euro per l’uso del contante per gli stranieri e i turisti in Italia.