Il governo centellina gli emendamenti al dl Cutro e la Lega intanto mantiene i suoi per accertarsi che ci sarà un ulteriore stretta sulla protezione speciale. Questo, dopo giorni di stand by in commissione Affari costituzionali del Senato, prima in attesa dei pareri sugli emendamenti dei senatori, poi in attesa delle proposte dell’esecutivo più volte annunciate e arrivate solo oggi, peraltro appunto senza le ulteriori novità auspicate dal partito del vicepremier Matteo Salvini. E il braccio di ferro sembra tutto interno alla maggioranza quando il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo puntualizza che “i nostri emendamenti restano sul tavolo perché aspettiamo di vedere” alla fine “come interverrà” complessivamente il governo.
È probabile, prosegue, che in Aula verranno ripresentati “sia i nostri che quelli dell’esecutivo”. Il governo oggi infatti ha depositato due corposi testi che vanno nella direzione della linea dura sul tema immigrazione, ma non c’è nulla sulla protezione speciale. Il primo emendamento contiene un intervento complesso che va dalla riorganizzazione e il potenziamento delle strutture di prima accoglienza governative con l’estensione delle deroghe già previste per i centri per il rimpatrio fino alla facoltà del ministero dell’Interno di affidare alla Croce Rossa, in situazioni di particolare affollamento dell’hotspot di Lampedusa, la gestione della struttura. Vengono stanziati circa 8 milioni di euro per un “servizio di trasporto marittimo aggiuntivo” rispetto al traghetto di linea, “capace di assicurare il trasferimento da Lampedusa ad un poto della Sicilia meridionale, di almeno 400 migranti al giorno”, per un “totale di 2.800 a settimana”. Si procederà all’individuazione di nuovi siti da mettere in piedi da parte del Viminale d’intesa con il ministero della Giustizia per le procedure di frontiera “con trattenimento”.
Sarà anche possibile per i “prefetti” individuare luoghi provvisori per i richiedenti asilo “in caso di indisponibilità di un adeguato numero di posti nelle strutture esistenti” che assicureranno solo le prestazioni essenziali (cibo, alloggio, vestiario, assistenza sanitaria e mediazione linguistico culturale). Inoltre, i richiedenti protezione internazionale, fino alla decisione definitiva, saranno accolti nei centri di accoglienza governativi e non più nell’ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) costituito dalla rete degli enti locali, salvo alcune eccezioni, con una spesa aggiuntiva di circa 16 milioni di euro. Nel secondo emendamento, il governo ha inserito diverse novità sulla protezione internazionale: tra queste l’ampliamento dei casi nei quali si applica la procedura accelerata di frontiera che sinora era consentita per domande di protezione presentate da un richiedente direttamente alla frontiera o presso zone di transito solo dopo essere stato fermato per aver eluso o tentato di eludere i controlli, una nuova stretta sulla reiterazione delle domande, un ampliamento dei casi di trattenimento e paletti per assicurare l’esecutività dei rimpatri.
I lavori della commissione sono stati aggiornati a lunedì prossimo e, visto che si vuole mantenere l’obiettivo di giungere in Aula martedì con il provvedimento varato all’indomani della tragedia di Cutro, è quasi certo ormai che vi si andrà senza mandato al relatore. I termini per i subemendamenti sono fissati per domani e le opposizioni sono pronte a dare battaglia con una valanga di proposte che nella sola giornata di lunedì non potranno essere tutte esaminate. All’appello mancano peraltro anche i voti sugli emendamenti parlamentari. Una sorta di deja vu rispetto a quanto già accaduto in occasione dell’esame del decreto sulla stretta ai salvataggi in mare delle Ong.