È in arrivo un forte giro di vite sul rilascio della protezione speciale a chi non ha ottenuto la protezione internazionale ma non può essere espulso o respinto perché a rischio di persecuzione, della vita e di violazioni sistematiche di diritti umani, trattamenti inumani o tortura. È quanto prevede una delle norme contenute nel subemendamento Fdi, Lega e Fi, al dl Cutro. Nel testo, c’è anche una stretta sulla possibilità per chi ha ottenuto la protezione speciale di vedersela convertire in permessi di soggiorno per poter lavorare; stop anche per chi è nel nostro Paese a causa di gravi calamità e per cure mediche.
Il permesso di soggiorno per calamità poi verrà concesso non più per “grave” calamità ma per calamità “contingente ed eccezionale” e si precisa che sarà rinnovabile (rispetto ai primi sei mesi) solo per ulteriori sei mesi e solo se permarranno le condizioni di “eccezionale” calamità. Pure il rinnovo non potrà essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Si restringe inoltre la platea degli stranieri che non possono essere respinti o espulsi per motivi legati a gravi condizioni psicofisiche o patologiche.
Nelle ipotesi di divieto di respingimento o espulsione o estradizione di una persona non verrà più tenuto conto della natura e della effettività dei vincoli familiari dell’interessato e dell’esistenza di legami familiari e sociali con il suo paese d’origine. A fronte del giro di vite, nel testo è stata invece inserita una norma per concedere il permesso di soggiorno alla vittima straniera che venga costretta o indotta a contrarre un matrimonio.