Dl ex Ilva, opposizioni attaccano: 9 fiducie, mortificato Parlamento
“Compresso il dibattito democratico anche dopo rilievi Mattarella”
Le opposizioni protestano in aula alla Camera per la richiesta della nona fiducia da parte del governo Meloni in appena cinque mesi di attività legislativa. Per Pd, M5s e Avs infatti le accelerazioni dell’esecutivo anche senza ostruzionismo o scadenze di provvedimenti rischiano di alterare l’equilibrio costituzionale tra potere esecutivo e legislativo.
Il primo ad intervenire, subito dopo la richiesta di fiducia da parte del ministro Luca Ciriani, è stato Ubaldo Pagano del Pd: “Siamo alla settima fiducia richiesta, alla nona complessivamente tra Camera e Senato, contrariamente a quanto avvenuto nel recente passato vengono poste su provvedimenti non in scadenza e che non necessiterebbero in alcun modo di procedere alla richiesta di fiducia, l’opposizione non aveva fatto una strategia ostruzionistica, lo fate per perchè volete comprimere il dibattito democratico – attacca Pagano -, volete evitare di assumervi la responsabilità di scelte impopolari, come quella di spiegare ai cittadini di Taranto che avete messo a bagnomaria il diritto costituzionale”.
Francesco Silvestri del M5s cita invece il richiamo fatto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul ricorso alla decretazione d’urgenza: “Trovo incomprensibile l’atteggiamento del governo che pone la fiducia nonostante i rilievi critici del Presidente sull’uso abnorme della decretazione d’urgenza mortificando il ruolo dell’opposizione ma anche della maggioranza. In soli 5 mesi siamo lontanissimi dao richiami alla centralità del Parlamento che facevate sbracciandovi dall’opposizione”. L’esponente pentastellato ha quindi chiesto al vicepresidente Fabio Rampelli “di leggere qui in Aula i rilievi di Mattarella e di aprire un dibattito sull’utilizzo degli strumenti”.
Rampelli ha prontamente replicato che “i rilievi del capo dello Stato sono già stati inviati ai gruppi parlamentari e che quindi sono formalmente agli atti”. Eleonora Evi, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, ha ricordato l’esame in tempi record del decreto sull’ex Ilva: “I pareri sono arrivati venerdì sera e lunedì mattina in commissione abbiamo vagliato gli emendamenti che sono stati tutti bocciati”. L’ultimo a prendere la parola è stato Federico Fornaro, Pd, lanciando un allarme: “Se innestiamo una consuetudine come questa alteriamo completamente l’equilibrio costituzionale tra esecutivo e legislativo e i regolamenti vanno a farsi benedire. Questa non può diventare una consuetudine”.