Il carcere per i grandi evasori entra da subito nel decreto fiscale ma la norma entrerà in vigore dopo la conversione del decreto. Slitta invece a luglio prossimo l’obbligo per i commercianti di dotarsi di Pos, così come l’abbassamento del tetto all’uso del contante. Sul regime forfettario, invece, il lavoro prosegue e una soluzione dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. E’ l’esito del vertice di maggioranza che si è tenuto ieri a palazzo Chigi dopo un pomeriggio di incontri bilaterali sulla manovra fra il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri con i singoli partiti. Riunione che sembrerebbe aver chiuso la discussione sul dl fiscale, lasciando però in sospeso alcuni dettagli della manovra che saranno affrontati nei prossimi giorni.
“Il carcere ai grandi evasori entra nel decreto fiscale, come aveva chiesto con forza il M5S. E anche la confisca per sproporzione entra nel decreto legge. Ambedue le norme – ha commentato Luigi Di Maio – entreranno in vigore dopo la conversione in legge da parte del Parlamento. D’ora in avanti chi evaderà centinaia e centinaia di migliaia di euro sarà finalmente punito con il carcere. Colpiamo i pesci grossi”. Posticipate a luglio 2020 sia le multe sul mancato uso del Pos – nell’attesa di un accordo sull’abbassamento dei costi delle commissioni delle carte di credito e dei dispositivi per il pagamento – sia le nuove norme per la riduzione della soglia sul contante. Questo slittamento, viene spiegato, e’ dovuto ai tempi tecnici per la creazione di una piattaforma informatica dove dovranno confluire tutti i dati utili al funzionamento di tutto il pacchetto anti evasione. Si lavora anche alle misure sul cashback.
In manovra dovrebbe arrivare il ritorno del 19% delle spese effettuate tramite pagamenti con carte di credito e bancomat. Si sta cercando, fanno sapere fonti di governo, di ampliare l’elenco dei settori interessati, si andra’ dai ristoranti al parrucchiere, dall’ estetista all’elettrauto. Si punta inoltre ad allargare anche ai dentisti e ai medici. Fonti di governo spiegano che occorre a questo proposito creare un sistema informatico in grado raccogliere i dati dei vari circuiti di carte di credito e inviarli a una sorta di centrale che calcolera’ quanto il possessore della carta vedra’ tornare indietro attraverso il sistema del cashback.
Sulla stretta sui grandi evasori, che prevede tra l’altro l’aumento degli anni di carcere dagli attuali 6 a 8, la mediazione raggiunta fra le forze di maggioranza prevede quindi l’introduzione della norma subito nel decreto ma con l’entrata in vigore rimandata a dopo la conversione in legge del provvedimento. In particolare, previsti da 4 a 8 anni per somme evase oltre i centomila euro. Anche la confisca per sproporzione entra nel decreto legge. E’ stato un vertice di maggioranza ad alta tensione. Eloquente Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera, lasciando palazzo Chigi: “La manovra non e’ ancora chiusa, ci son ancora dei dettagli da limare, ma non si chiudera’ certo questa sera. Stasera (ieri sera, ndr) abbiamo chiuso il decreto legge fiscale”. “Per il futuro”, ha aggiunto Fornaro, “bisogna sempre di piu’ fare proposte, ma alla fine i risultati sono di tutti e non solo di una parte”.
Per Dario Franceschini, capo delegazione del Pd, l’intesa sull’inasprimento delle norme per i grandi evasori “rientra nella strategia di lotta all’evasione, centrale per il governo. Il fatto poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione, garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e conseguenze”. Soddisfazione per la stretta sui grandi evasori è stata espressa anche dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ha parlato di un “risultato importante per il Paese e per tutti i cittadini onesti che pagano le tasse, un segnale inequivocabile per i grandi evasori che sottraggono risorse alla collettività”. Infine, sulle partite Iva si va verso un allentamento della stretta sulla flat tax. Il regime pienamente forfettario dovrebbe essere mantenuto per chi ha un reddito entro i 65mila euro, senza introdurre il calcolo analitico.