Dl lavoro, via libera della Camera ma sara’ battaglia al Senato

L’Aula della Camera ha approvato il Decreto lavoro che prevede disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese con una serie di modifiche, tra le quali anche quelle che non hanno incassato il placet da parte della maggioranza, Ncd e scelta civica. Circostanza che ha reso necessario il voto di fiducia, votato pero’ da entrambi i partiti dissidenti. Ad essere particolarmente contestati tre emendamenti approvati in sede di commissione e fortemente voluti invece dal Partito democratico. Con il primo si riducono da 8 a 5 le possibili proroghe per il contratto a tempo determinato senza causale per un massimo di 36 mesi.

Il secondo reintroduce l’obbligo della forma scritta del piano formativo per l’apprendistato in azienda e la formazione attraverso corsi esclusivamente pubblici. Il terzo stabilisce, per le aziende con almeno 30 dipendenti, la sanzione per chi supera il 20% di contratti a temine sul totale delle assunzioni che consiste nella trasformazione automatica in contratti a tempo indeterminato. Ncd, pur avendo votato la fiducia, promette battaglia in Senato, dove il decreto si appresta a essere esaminato, affinche’ sia ripristinato il testo originario del provvedimento, con la speranza di avere buon gioco visti i diversi equilibri diversi nella composizione della commissione Lavoro di Palazzo Madama e la presidenza di Maurizio Sacconi. Durante la seduta di oggi alla camera i deputati del Movimento 5 Stelle hanno inscenato una protesta con quello che ritengono un provvedimento che sancisce la nascita di ”schiavi moderno”. Il decreto dovra’ essere convertito entro il 19 maggio, elemento che impone tempi ristretti d’esame nel caso di un terzo passaggio alla Camera. (Asca)

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