Dl Rilancio, governo raggiunge l’intesa ma restano tensioni

Un provvedimento da 55 miliardi di euro. Superato scoglio regolarizzazione migranti VIDEO

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Raggiunta nella notte anche l’intesa sulla regolarizzazione dei migranti, una delle “spine” che tormentavano premier e governo, il decreto Rilancio (ex Aprile) dovrebbe avere in giornata il via libera dal Conte 2. Oggi, il Consiglio dei ministri ha già subito due rinvii. Ma intanto, la bozza del provvedimento da 55 miliardi di euro per alleviare la crisi Covid è sul tavolo di Palazzo Chigi. In sintesi, lo schema dell’ultima bozza del provvedimento economico prevedeva 10 miliardi per la Cig, 4 miliardi per il taglio dell’Irap e 6 destinati alle piccole e medie imprese. E ancora, 2 miliardi erano previsti per sostenere i negozi e le attività produttive che dovranno adattarsi alle misure anti Covid, altrettanti per misure fiscali, 2,5 miliardi per turismo e cultura, 5 miliardi per sanità e sicurezza.

In totale una maxi-manovra da 55 miliardi, come detto e che ne mobilita 130 di liquidità. In particolare, tra le misure principali, 10 miliardi saranno destinati alle micro e piccole imprese (fino a 5 milioni di fatturato) così divisi: 6 miliardi di ristori a fondo perduto; un miliardo e mezzo per gli affitti commerciali; 600 milioni per l’eliminazione degli oneri di sistema in bolletta sulle bollette per tre mesi. A questo si aggiungono: la cancellazione del saldo e acconto Irap di giugno per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato, con uno stanziamento di circa 4 miliardi; 2 miliardi stanziati per l’adattamento dei locali aperti al pubblico (credito di imposta cedibile pari al 60% delle spese sostenute, con un limite di 80mila euro ad azienda) che si sommano al credito di imposta sanificazione (ulteriormente rifinanziato).

Altro punto di frizioni nel governo, la difficoltà di trovate tutte le risorse per garantire il rinnovo della cassa integrazione per altre nove settimane, considerando che i lavoratori già interessati dalla Cig sono circa 8 milioni e che questa misura costa intorno a 13 miliardi al mese, così come si sono registrati scontri per le coperture per garantire i doverosi incentivi al personale sanitario, in prima linea nella lotta al coronavirus. Nei 238 articoli del Decreto rilancio, c’è quello relativo al bonus 1.000 euro, ma qualcuno resterà escluso dalla cifra a tre zeri prevista per maggio per alcune categorie di lavoratori. Di certo spetterà a professionisti con partita IVA iscritti alla Gestione separata INPS, co.co.co., autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Ago, lavoratori stagionali del settore turismo e stabilimenti termali del Cura Italia. Parliamo di un bonus da 600 euro per il mese di aprile e che diventa di 1.000 nel mese di maggio. Tra gli esclusi invece dai 1000 euro ci sono i lavoratori dello spettacolo, per loro infatti rimane, anche per il mese di maggio, il bonus di 600 euro. Ricordiamo che il dl Rilancio è ancora in bozza e l’ultima disponibile è quella del pomeriggio dell’11 maggio.

Come detto, il disco verde sulla regolarizzazione dei lavoratori stranieri è arrivato dopo mezzanotte con il segnale di disgelo del capo politico del M5s, Vito Crimi, che ha giudicato l’accordo “soddisfacente”, frutto di un testo modificato e migliorato rispetto a domenica scorsa» e che “mette al centro il lavoro regolare”. È da giorni infatti che la maggioranza si divide, con i grillini sin da subito contrari a provvedimenti che assomigliassero troppo a una sanatoria. E ora nel Movimento la spaccatura appare più marcata. L’intesa non riguarderà solo i lavoratori dell’agricoltura, ha chiarito il ministro per il Sud, Beppe Provenzano, ma anche colf e badanti, che siano stranieri o italiani. Confermate le misure per l’emersione del lavoro nero e la concessione dei permessi di soggiorno temporanei. Esclusi, come chiedevano i Cinque stelle, gli scudi penali per i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento della prostituzione e l’immigrazione clandestina.

Ci sono poi 12 miliardi di liquidità agli enti locali per il pagamento tempestivo dei debiti ai fornitori; azzeramento dell’Iva per i dispositivi di protezione individuali; allungamento della cassa Integrazione (per circa 10 miliardi) e stanziamento di 4 miliardi e mezzo per le indennità di autonomi, Co.Co.Co, stagionali, artigiani e commercianti; 500 milioni per il sostegno a colf e badanti; cancellazione clausole di salvaguardia Iva per gli anni futuri; innalzamento ecobonus e sismabonus al 110 per cento con contestuale cedibilità anche alle banche; quasi 700 milioni per congedi parentali e voucher baby sitter; sospensione plastic e sugar tax; sospensione di tutti i pignoramenti su stipendi e pensioni; spostamento da giugno a settembre della ripresa dei versamenti sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio; aumento del limite delle compensazioni dei crediti fiscali fino a 1 milione di euro.