“Molti mi hanno rimproverato di non aver bloccato il funerale a un boss che ne ha combinate di tutti i colori. Ma se era fuori legge, perchè mai era a piede libero? Hanno aspettato la sua morte sperando che lo facesse il parroco? Il mio dovere era distribuire misericordia come mi spiega Papa Francesco ed è quello che faccio”. Don Giancarlo Manieri è il parroco della Basilica di San Giovanni Bosco (foto), al Tuscolano, finito nel mirino delle polemiche per aver celebrato i funerali del boss dei Casamonica, Vittorio. Il sacerdote non ha dubbi: se tornasse indietro celebrerebbe di nuovo le esequie:”Perchè no? E’ il mio mestiere, perchè dovrei rinunciare al mio mestiere. Sa cosa dicevano gli antichi romani: ‘parce sepulto’. Era un boss, un boss morto è un boss morto”. “Credo di aver fatto il mio dovere, dopo polemiche e insulti” continua. “Sono un prete, non un poliziotto, se una persona viene da me chiedendo di confessarsi lo confesso, se mi chiede la comunione gli porgo l’ostia, non gli chiedo la fedina pedale”.
Don Giancarlo confessa però di non aver saputo, fino alla fine, che si trattava proprio del boss Vittorio: “Tutti sanno chi sono i Casamonica, lo sapevo anche io, ovviamente. Non sapevo però che Vittorio fosse il boss, questo non me lo immaginavo. Se l’avessi saputo molto prima, avrei telefonato in Vicariato per chiedere cosa fare”.”Ero qui ad attendere con i paramenti ad attendere che arrivasse il feretro, in quel momento ho saputo, e non ho potuto far niente” prosegue. “Vittorio Casamonica non era uno stinco di santo ma io non sapevo che fosse il boss”. Racconta, il parroco, di come sono andati i funerali: 400-500 persone, tutto si è svolto nel rispetto e nel silenzio, alcuni dei fedeli si sono confessati e molti hanno fatto la comunione. “L’offerta è stata di 50 euro, non 5mila euro”. Ma per lo spettacolo avvenuto fuori dalla Chiesa – cavalli, Rolls Royce, elicotteri – il parroco commenta: “E’ un grande show, non so perchè l’hanno fatto nè l’ho chiesto. Anche perché io ho fatto l’università a Napoli e queste cose coi cavalli e coi pennacchi c’erano in tutti i funerali. Non mi ha spaventato la faccenda”.