Donne al volante in Arabia Saudita: è fantastico, siamo autonome. Ecco perché il principe Mohammed bin Salman ha dato l’ok

25 giugno 2018

Svolta in Arabia Saudita. É scaduto alla mezzanotte del 23 giugno il divieto di guida per le donne, una delle riforme decisa dal principe ereditario Mohammed bin Salman per modernizzare dello Stato. Le autorità avevano iniziato a concedere le prime patenti già all’inizio di giugno ed entro il 2020 il numero delle donne al volante potrebbe arrivare fino a tre milioni. In città come Riad e Gedda si sono moltiplicate le scuole guida esclusivamente femminili.

“E’ il primo giorno in cui le donne possono guidare – dice Majdoleen, residente a Riad – sto accompagnando mia sorella in ufficio, è la prima volta che facciamo una cosa del genere e per festeggiare ci siamo anche fermate a fare colazione”. “Ho studiato in California e lì ho guidato per 4 anni questa stessa macchina. L’ho portata qui quando ho sentito la notizia”. “E’ fantastico – afferma Halah – posso andare a fare sport, a trovare mia madre, posso andare in spiaggia o a fare la spesa, posso fare tante cose da sola, in autonomia”.

E aggiunge: “Questo credo sia un grande passo avanti, una grande opportunità per noi donne saudite, ci spiana la strada per altre conquiste come la ledership sul posto di lavoro”. La realtà però non è così rosea: il motivo principale dietro alla rivoluzionaria decisione è più economico che sociale: si spera che la riconquistata mobilità possa favorire il lavoro femminile, aumentando il Pil del Paese. E allo stesso tempo la repressione contro le attiviste che da decenni si battevano per far tornare le donne al volante si è inasprita. Inoltre le discriminazioni e i divieti per le donne restano tanti: dalle ferree regole sull’abbigliamento, alle restrizioni per viaggiare all’estero, fino al divieto di aprirsi un conto in banca o andare a cena con gli amici.

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