Dopo 3 settimane ritrovato l’oppositore di Putin Navalny: è in un carcere nell’Artico

Dopo 3 settimane ritrovato l’oppositore di Putin Navalny: è in un carcere nell’Artico
Alexei Navalny
26 dicembre 2023

Dopo quasi tre settimane di assenza dalle comunicazioni, finalmente emergono notizie riguardanti l’esponente di spicco dell’opposizione russa, Alexei Navalny, che si trova in una colonia penale situata nella città di Kharp, nell’Artico russo. È stata la sua portavoce, Kira Iarmych, a rendere pubblica questa informazione. “Il nostro ritrovamento è avvenuto nella colonia penitenziaria numero 3 a Kharp, nel distretto autonomo di Yamalo-Nenets,” ha confermato Iarmych, sottolineando che Navalny “si trova in buone condizioni” e ha avuto la visita del suo avvocato.

Kharp, un insediamento di circa 5.000 persone, è incastonato nella remota regione della Yamalo-Nenetsia, nell’estremo nord della Russia, oltre il Circolo Polare Artico, e ospita varie strutture carcerarie. Navalny sta adempiendo a una condanna di 19 anni di reclusione per “estremismo”. L’assenza di notizie su di lui ha destato preoccupazione, dato che la sua famiglia e i collaboratori non avevano avuto alcun contatto dall’inizio di dicembre. Secondo la sentenza emessa, Navalny è obbligato a scontare la pena in una “colonia a regime speciale”, una categoria di strutture note per le condizioni detentive più severe, di solito destinate agli ergastolani e ai detenuti considerati altamente pericolosi.

Ivan Jdanov, uno dei suoi stretti collaboratori, ha commentato che “fin dall’inizio era evidente che le autorità intendevano isolare Alexei, soprattutto prima delle elezioni presidenziali previste per marzo 2024”. I trasferimenti da una struttura carceraria all’altra in Russia richiedono spesso diverse settimane di viaggio in treno, e durante questo periodo le famiglie dei detenuti rimangono senza alcuna informazione. L’assenza di notizie sul leader dell’opposizione ha suscitato preoccupazione in diverse capitali occidentali e all’Onu. Questa scoperta arriva dopo giorni di silenzio su Navalny, alimentando timori e speculazioni sulla sua situazione. Le colonie penali nell’Artico russo, come quella di Kharp, sono descritte come alcuni dei luoghi più remoti e isolati del mondo, come ha affermato Leonid Volkov, uno dei principali alleati di Navalny. “È quasi impossibile raggiungere questa colonia, è quasi impossibile persino inviare lettere lì, è forse il più alto livello di isolamento che sia possibile al mondo” ha sottolineato.

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La regione di Yamalo-Nenetsk, distante quasi 2.000 chilometri da Mosca, è conosciuta per i suoi inverni lunghi e rigidi. La città di Kharp è nelle vicinanze di Vorkuta, famosa per le sue miniere di carbone, che un tempo facevano parte del duro sistema di gulag sovietici. Le preoccupazioni internazionali riguardanti Navalny sono state ribadite dal Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, che si è dichiarato “profondamente preoccupato” per il destino del leader dell’opposizione. Ha nuovamente richiesto il suo “immediato rilascio” e ha condannato la continua repressione delle voci indipendenti in Russia. 

Inoltre, il ministero dell’Interno russo ha inserito nella lista dei ricercati la numero uno della Fondazione anticorruzione di Navalny, Maria Pevchikh, e il conduttore del canale YouTube ‘Politica popolare’, Dmitri Nizovtsev. Entrambi sono ricercati “ai sensi di un articolo del codice penale”, senza specificarne il contenuto. A partire dall’agosto 2022, otto collaboratori di Navalny, inclusi Pevchikh e Nizovtsev, erano oggetto di procedimenti penali per presunte “fake news” riguardanti l’esercito russo trasmesse sul canale YouTube ‘Politica Popolare’. Le loro dichiarazioni avevano sollevato controversie, con Pevchikh coinvolta in una storia riguardante il bombardamento russo di civili in Ucraina e Nizovtsev per presunte affermazioni sull’uccisione di civili ucraini da parte di soldati russi a Bucha.

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