di Alberto Di Majo
Sarebbe l’ex premier inglese Tony Blair l’asso nella manica di Berlusconi per far ripartire Forza Italia. Il Cavaliere non ha mai fatto mistero di stimarlo, tanto che cinque anni fa in una cena nella sua residenza a Lesmo, che avrebbe dovuto ospitare l’università della libertà, lo propose come professore, accanto ad altri ‘colleghi’, come l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Berlusconi ha nominato quest’ultimo nell’incontro con i suoi parlamentari due giorni fa. Il Cavaliere ha spiegato che Forza Italia rinascerà sul modello repubblicano americano. Ha annunciato che l’ex presidente Bush sarà un consulente del partito. Ma il Cavaliere punta a coinvolgere anche l’ex premier britannico. I rapporti con lui sono buoni. Cinque anni fa, a ‘Che tempo che fa’, Blair definì il Cavaliere ‘un buon amico’ della Gran Bretagna e ‘mai noioso’. Blair spiegò: “Probabilmente adesso diventerò per alcuni impopolare, ma ormai non dico più solo le cose che le persone vogliono sentirsi dire”. Ovviamente le sue parole non fecero breccia a sinistra ma Blair non si guardò dietro: “Ci sono due cose da dire su Berlusconi. La prima è che quando ero primo ministro e lui presidente del Consiglio italiano è stato un buon amico del mio Paese, e quando ha detto che avrebbe fatto qualcosa per noi la sua parola l’ha mantenuta. La seconda cosa che non dovrei dire come uomo politico è che la politica può essere molto noiosa; le riunioni, i discorsi, a volte i politici possono essere noiosi. Silvio non lo è mai stato. Diciamo che ha divertito le nostre riunioni. In politica va sempre bene avere un po’ di senso dell’umorismo”.
Come dimenticare la passeggiata a Porto Rotondo, in cui Berlusconi portava la bandana? Era agosto 2004. Pochi anni dopo la moglie di Blair, Cherie, raccontò l’imbarazzo: “Quella sera in Sardegna Tony mi ha detto ‘qualsiasi cosa succeda non far sì che mi facciano delle foto vicino a Silvio con la bandana. Stai tu in mezzo, perché sennò la stampa britannica ci uccide’”. Non mancarono, ovviamente, le polemiche. Di tempo ne è passato ma Berlusconi ha ancora il progetto di costruire un partito liberale che possa raccogliere i moderati italiani. Blair sarebbe un colpaccio anche per tentare di ‘neutralizzare’ in qualche modo il premier Renzi che, peraltro, ha già ricevuto giudizi lusinghieri dall’ex primo ministro inglese. “Matteo Renzi è uno dei nuovi leader europei che ha il coraggio di cambiare. Plaudo a ciò che sta facendo che è assolutamente giusto per l’Italia e per l’Europa”, ha detto Blair, prima di andare in una pizzeria con Renzi e mezzo governo. Riuscirà Berlusconi a coinvolgerlo nella nuova Forza Italia? La situazione nel partito è disperata. C’è l’organizzazione da ripensare e l’equilibrio tra le correnti è ancora molto lontano, con Fitto in guerra con il ‘cerchio magico’ del Cavaliere e Verdini che potrebbe addirittura lasciare Forza Italia formando gruppi autonomi in Parlamento.
Ad agitare i tanti (troppi) esponenti c’è, infine, un’ultima indiscrezione. L’ha buttata lì, Luigi Bisignani. In collegamento con ‘Virus’ su Raidue per presentare il suo ultimo libro ‘I potenti al tempo di Renzi’ (che ha già venduto 15 mila copie in 9 giorni) ha ‘previsto’ che presto Silvio Berlusconi nominerà coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, eurodeputato e negli ultimi anni commissario Ue. Il Cavaliere non l’avrebbe ancora detto al diretto interessato ma ne avrebbe parlato con Gianni Letta. Si tornerebbe all’antico, dunque, visto che Tajani ha accompagnato la discesa in campo di Berlusconi. Lui, all’epoca capo redattore de Il Giornale, già responsabile della redazione politica, è stato il portavoce del primo governo guidato dal Cavaliere, nel 1994. Non andò benissimo. Tajani si trasferì a Bruxelles, eletto al Parlamento europeo. Ora potrebbe tornare in Italia, con un ruolo delicatissimo. Infine resta l’incognita Marina. Il padre non penserebbe di coinvolgerla né lei di gettarsi nell’agone politico. Eppure il fatto che da un lato smentisca un suo impegno e dall’altro continui a commentare, anche con una certa durezza, le scelte del governo, accorcia di fatto la distanza tra la presidente di Mondadori e Forza Italia.