Dopo scandalo degli abusi sessuali, il Papa sospende il cardinale di Colonia Woelki. Commissariata Comunione e liberazione

Dopo scandalo degli abusi sessuali, il Papa sospende il cardinale di Colonia Woelki. Commissariata Comunione e liberazione
24 settembre 2021

Papa Francesco dà sei mesi di sospensione al cardinale arcivescovo di Colonia Rainer Maria Woelki dopo un colloquio nel quale questi ha riconosciuto i “grossi errori” compiuti nella gestione degli abusi sessuali sui minori. Lo rende noto la conferenza episcopale tedesca. Capofila dei conservatori in seno all’episcopato tedesco, principale voce critica nei confronti del percorso sinodale tedesco, Woelki da metà ottobre a Pasqua verrà sostituito da un amministratore apostolico, mons. Rolf Steinhaeuser. Lo scorso maggio Papa Francesco aveva di fatto commissariato l’arcidiocesi inviando una visitazione apostolica a Colonia. La decisione odierna è il risultato di quella iniziativa. A marzo scorso la diocesi era stata travolta dalla pubblicazione di un rapporto indipendente, che ha accertato che tra il 1975 e il 2018 202 aggressori, quasi due terzi dei quali erano sacerdoti, hanno compiuto abusi sessuali su almeno 314 vittime minorenni. Due officiali sono stati subito sospesi, uno – vescovo ausiliare – ha subito rassegnato le dimissioni nelle mani del papa, il vescovo di Amburgo, ex vicario generale, è stato a sua volta sospeso per alcuni mesi, ma il papa negli ultimi giorni ha reso noto di non averlo dimesso per non aver riscontrato una volontaria politica di insabbiamento.

Il cardinale arcivescovo di Colonia Rainer Maria Woelki

Il cardinale Rainer Maria Woelki ha riconosciuto in quell’occasione il “fallimento” di coloro che nel corso della storia dell’arcidiocesi hanno “impedito processi, protetto i colpevoli, e soprattutto hanno mostrato poca sensibilità nei confronti delle vittime” ed ha “purtroppo” riconosciuto in particolare la responsabilità dei suoi “predecessori”. Tra di essi, il cardinale Joachim Meisner (1989-2014), nominato da Giovanni Paolo II, amico di Benedetto XVI, critico vocale di Francesco (era tra i quattro cardinali che attaccarono Jorge Mario Bergoglio sull’Amoris laetitia) è l’uomo di Chiesa che viene maggiormente accusato nel rapporto elaborato dall’avvocato penalista Bjoern Gercke: sarebbe inadepiente a causa di ben 24 violazioni dei doveri ai quali era tenuto, quindi a quasi un terzo di tutti i casi. Lo scandalo ruotava attorno ad un prete pedofilo, oggi 87enne, che fu arrestato nel 1972 e quando fu rilasciato, l`anno dopo, fu dapprima inviato ad esercitare il ministero a Muenster, fino al 1988, poi di nuovo a Colonia e, dal 2002 al 2015, a Essen. Nei mesi scorsi Woelki ha accusato due predecessori defunti – il cardinale Joseph Hoeffner (1969-1987) e Meisner – così come il vescovo di Amburgo, Stefan Hesse, ex amministratore di Colonia con Meisner, e quello di Essen, Franz-Josef Overbeck. Ma l`arcivescovo si è inizialmente rifiutato di pubblicare l`indagine commissionata dalla diocesi ed ha incaricato uno studio di avvocati di ulteriori approfondimenti. Oggi, infine, la pubblicazione del rapporto.

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Tra le prime conseguenze operative, Woelki, capofila dell’ala conservatrice nell’episcopato tedesco, ha licenziato il responsabile del tribunale arcivescovile, Guenter Assenmacher, e suo vescovo ausiliare, mons. Dominikus Schwaderlapp. Quest’ultimo, a quanto riportato dalla stampa tedesca, l’agenzia stampa tedesca cattolica, ha rassegnato le dimissioni nella mani del papa, ed in una nota ha chiesto “sinceramente perdono alle persone a cui non ho reso giustizia”, ammettendo di aver prestato “troppo poca attenzione a come si sentono le persone ferite, a ciò di cui hanno bisogno e a come la Chiesa deve affrontarle”. Il rapporto ha peraltro rilevato una mancanza di documentazione negli archivi, che fa pensare a pratiche di insabbiamento. Oggi la decisione papale di sospendere Woelki. Dopo aver ricevuto nei mesi scorsi il rapporto della visitazione apostolica, guidata dal cardiale Arborelius, arcivescovo di Stoccolma, e dall’arcivescovo di Rotterdam, mons. Johannes von den Hende, presidente della conferenza episcopale olandese, si legge in un comunicato della conferenza episcopale tedesca, il papa ha preso una serie di decisioni per l’arcidiocesi di Colonia. 

Per quanto riguarda i due vescovi ausiliari, mons. Ansgar Pugg e mons. Dominikus Schwaderlapp, che dopo la pubblicazione del rapporto sugli abusi, a marzo, avevano offerto le proprie dimissioni, Francesco le ha respinte perché ha accertato che i due presuli non hanno intenzionalmente insabbiato le denunce o ignorato le vittime. Il pontefice, ad ogni modo, ha chiesto al vescovo Schwaderlapp di andare a fare il pastore di anime a Mombasa, in Kenya, per un anno. Woelki, che il papa ha ricevuto nelle scorse settimane per “un lungo colloquio”, Francesco ha accertato, anche nel suo caso, che il cardinale non ha fatto nulla di “illegale”, né ha voluto insabbiare i casi quando, nei mesi scorsi, si rifiutò di pubblicare un primo rapporto sugli abusi avvenuti nella diocesi. Come raccomandato da un secondo rapporto, questo pubblico, il porporato, anzi, ha già cominciato a impegnarsi in una serie di misure per rafforzare la sanzione degli abusi avvenuti in passato e la prevenzione per il futuro. Tuttavia lo stesso WOelki “ha fatto anche grandi errori” nella gestione degli abusi, “soprattutto a livello di comunicazione”, e “Ciò ha contribuito in modo sostanziale a creare una crisi di fiducia nell’arcidiocesi, che ha colpito molti fedeli”. Da qui la decisione – proposta dallo stesso Woelki, a quanto si legge nel comunicato – di una di sei mesi di “pausa, riconciliazione e rinnovamento”, da ottobre a Pasqua, mentre la diocesi a sua volta intraprende un “processo di riconciliazione e rinnovamento spirituale”.

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Commissariata Comunione e liberazione

Papa Francesco commissaria l’associazione laicale di Comunione e liberazione. Francesco, rende noto un comunicato della sala stampa vaticana, “avendo a cuore l`esperienza dei Memores Domini e riconoscendone nel carisma una manifestazione della grazia di Dio, ha disposto un cambiamento nella conduzione dell`Associazione, nominando Suo Delegato speciale l`Ecc.mo Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto”. Mons. Santoro, tra i principali “costituenti” del movimento di Comunione e Liberazione in Puglia negli anni Ottanta, fu inviato da don Luigi GIussani quale missionario “fidei donum” in Brasile prima di essere richiamato da Benedetto XVI come arcivescovo di Taranto, dove a ottobre ospiterà peraltro la settimana sociale dei cattolici italiani.

In qualità di delegato speciale del Papa a far data dal 25 settembre “assumerà temporaneamente, ad nutum della Sede Apostolica, con pieni poteri, il governo dell`Associazione” dei Memores Domini, “al fine di custodirne il carisma e preservare l`unità dei membri. Simultaneamente, decade l`attuale governo generale dell`Associazione”. Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, rende noto la sala stampa, ha contestualmente nominato il gesuita Gianfranco Ghirlanda, noto canonista, “Assistente pontificio per le questioni canoniche relative alla medesima Associazione”.

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