“Il dottor Karadzic è deluso e stupito”

“Il dottor Karadzic è deluso e stupito”
24 marzo 2016

di Giuseppe Novelli

Ricorrerà in appello Radovan Karadzic, che oggi è stato giudicato colpevole di genocidio per il massacro di Srebrenica e condannato a quaranta anni di reclusione dal tribunale penale internazionale (Tpi) per i crimini dell’ex Jugoslavia. “Il dottor Karadzic è deluso e stupito. Sente di essere stato condannato per deduzione piuttosto che sulla base di prove e farà appello contro la sentenza”, ha detto il suo avvocato Peter Robinson ai giornalisti fuori dal Tpi, all’Aia. Radovan Karadzic è stato giudicato colpevole di genocidio per il massacro di Srebrenica e condannato a quaranta anni di reclusione. Dal Tribunale Penale Internazionale per i crimini dell’ex Jugoslavia l’ex leader serbo bosniaco è stato dunque riconosciuto colpevole di genocidio per quella che viene considerato come il più grave massacro in territorio europeo dalla Seconda Guerra Mondiale. Karadzic è stato inoltre giudicato colpevole per altri nove capo di imputazione, che comprendono omicidi e persecuzioni; ma, duro colpo per migliaia di vittime, è stato assolto dall’accusa di genocidio in sette città e villaggi bosniaci durante il conflitto che dal 1992 al 1995 sconvolse l’ex Jugoslavia.

CHI ERA Radovan Karadzic, l’ex leader politico dei serbi di Bosnia riconosciuto colpevole dal Tribunale penale internazionale dell’Aia (Tpi) del genocidio di Srebrenica, di crimini contro l’umanità e crimini di guerra, è un personaggio complesso, con una storia di poeta senza speranze, una laurea in psichiatria e problemi con la giustizia sin da giovane (truffa). Alla politica approdò dopo i 40 anni, con conseguenze tragiche per il suo Paese e la regione. Fisico massiccio, capelli brizzolati, fronte sbarrata con un ciuffo indomabile, Karadzic è entrato in clandestinità nel 1996, poco dopo la fine del conflitto in Bosnia. Nato il 19 giugno 1945 nel villaggio di Petnica in Montenegro, Karadzic ha trascorso la sua infanzia a Niksic, nei pressi della frontiera con la Bosnia.

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Da giovane scriveva poesie, una passione che continuerà a coltivare, come la composizione di piece teatrali o di musica popolare. Psichiatra Sarajevo negli anni Sessanta, iniziò la carriera politica nel 1990, con Slobodan Milosevic come mentore, l’uomo forte della Jugoslavia, morto nel marzo 2006 nel carcere del Tpi all’Aia prima della fine del suo processo. Come il suo mentore, Karadzic voleva promuovere l’annessione alla Serbia dei territori popolati da serbi in Croazia e Bosnia. Il defunto Richard Holbrooke, artefice degli accordi di pace di Dayton (Stati Uniti) nel 1995, che misero fine alla guerra in Bosnia, lo descriveva come “uno dei peggiori e più malvagi uomini del mondo”.

Davanti ai giudici Radovan Karadzic definirà, all’inizio del suo processo nel 2010, le atrocità di cui sono accusate le forze serbe a Srebrenica un “mito, voci, menzogne e propaganda”, anche se nella requisitoria la difesa sostiene che non sapesse nulla del massacro. Il verdetto del Tpi è atteso entro la fine del 2015. Con gli accordi di Dayton, Karadzic ottiene la “sua” repubblica, la Republika Srspka (RS), mentre croati e musulmani si dividono l’altra metà della Bosnia, che diviene la Federazione croato-musulmana. Quando viene arrestato, luglio 2008, il mondo scopre un Karadzic irriconoscibile: capelli bianchi e lunghi, barba folta, occhiali e cappello, che vive tranquillamente a Belgrado, sotto la falsa identità del dottor Dragan Dabic, che pratica la medicina alternativa. (con fonte AFP)

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