Bloccata la marea, a Venezia, non cresce. Secondo le previsioni la marea si è alzata a 135 cm ma per la prima volta in una fase di emergenza vengono sollevate le dighe mobili del Mose. E la mare viene bloccata. Dalle 7.30 e fino alle 15 un’ordinanza della Capitaneria ha interdetto la navigazione alle tre bocche di porto. Sono emerse dall’acqua le 78 barriere e sono tutte alzate. Si sono sollevate in un’ora e 17 minuti. “Ci spiace che altre parti d’Italia siano flagellate dal maltempo, consoliamoci con Venezia, visto che in mare siamo arrivati a 129 centimetri e in città a 73”: così il Provveditore alle opere pubbliche del Triveneto Cinzia Zincone, commenta la performance delle paratoie. “Il test è andato bene – aggiunge – stiamo raccogliendo tutti i dati, maggiori rispetto al previsto, per la messa a punto del sistema”. La marea è restata stabile a 70 centimetri a Punta della Salute, anche nel momento del suo ipotizzato picco, i 135 centimetri previsti dal Centro maree di Venezia alle 12.05. Alle 10 sono stati misurati alla Diga Sud del Lido 119 centimetri, a Punta Salute, dove si registra il ‘medio mare’ 69. Il livello dell’acquaè’ cresciuto in maniera costante dai 70 centimetri delle 9 (misurazione a Punta della Salute) ai 74 delle 9.20, fino ai 77 delle 9.40, iniziando poi a calare e a stabilizzarsi attorno ai 70 centimetri. Piazza San Marco è rimasta all’asciutto: l’entrata in funzione del Mose ha permesso per ora al ‘salotto buono’ di Venezia di evitare il fenomeno dell’acqua alt.
“Il Mose è stabile, restiamo in attesa, siamo fiduciosi però per il momento siamo soddisfatti, incrociamo le dita”. Così ha dichiarato in un video il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che si trova alla Bocca di Porto di Malamocco, per l’attivazione del Mose. “Possiamo vedere che in questo momento ci sono 70 centimetri di dislivello tra la marea fuori e dentro laguna. Adesso aspettiamo altre due ore di apporto – ha concluso il sindaco – perché fino a mezzogiorno dovrebbe tirare vento di scirocco, però la differenza e’ evidente”.
E così per la prima volta in una fase di emergenza sono state sollevate le dighe mobili del Mose. Ieri, in incontro tra i tecnici del Centro maree e del Cnr-Ismar erano stati presi in esame tutti i dati, sia quelli marini che quelli del vento: è in arrivo un forte scirocco lungo il bacino dell’Adriatico, con raffiche che si spingeranno oltre i 50 km orari e che provocheranno onde in mare alte anche tre metri. La massima di marea di ieri a Venezia, intanto, si è fermata a 102 centimetri. Fino ad ora sono state tre le prove di sollevamento del Mose: la prima il 10 luglio, davanti al premier Giuseppe Conte, l’ultima l’11 settembre, con un tempo di 50 minuti per alzare tutte le 78 paratoie nelle 3 bocche di porto. Quella di domani mattina sarebbe la prima volta in presenza dell’acqua alta. L’anno scorso in novembre l’alta marea raggiunse i 187 cm, la seconda più alta di sempre.
COME FUNZIONA IL MOSE
Nato per proteggere la città dall’acqua alta, il Mose è costituito da 78 dighe mobili. Le dighe sono sistemate, a loro volta, sulle tre bocche di porto, una a Chioggia, una a Malamocco e l’altra al Lido. La funzione di questa struttura, come già annunciato, è quella di isolare la città dal mare, impedendo che si allaghi durante i picchi di pioggia, come quelli caduti su Venezia questa mattina. Il progetto del Mose, partito nel 2003, ha subito innumerevoli stop e ritardi negli anni. Al termine dello scorso anno, durante un’operazione di collaudo, in una delle dighe si registrarono vibrazioni pericolose e la messa in azione fu rimandata. Nel 2014 si registrò un nuovo rallentamento, dopo l’avvio delle indagini per corruzione. Quelle stesse indagini portarono all’arresto dell’ex presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan. Dopo quell’ennesimo rallentamento, il progetto del Mose venne affidato al Consorzio Venezia Nuova, un sistema di imprese e cooperative. Questa mattina le enormi dighe, programmate per resistere a maree fino a 3 metri, hanno fatto il loro debutto.