Draghi a Firenze annuncia fine stato emergenza, riforme per ripresa stabile

Draghi a Firenze annuncia fine stato emergenza, riforme per ripresa stabile
23 febbraio 2022

In una giornata in cui Firenze si è scordata di essere diventata da troppo tempo una città nebbiosa il premier Mario Draghi – in visita cinque ore al capoluogo toscano – annuncia che la primavera è arrivata, che il buio della pandemia è alle spalle: è intenzione del Governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo. Il governo, rilancia Draghi all’auditorium del Teatro del Maggio musicale fiorentino – l’ex premier Matteo Renzi seduto in prima fila – vuole “riaprire del tutto, al più presto”. Una road map non c’è ancora ma l’orientamento è chiaro e anche l’obbligo del super Green Pass verrà “gradualmente” superato “a partire dalle attività all’aperto, tra cui fiere, sport, feste e spettacoli”.

La situazione pandemica “ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese”, quindi dalla fine di marzo “non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate – dice Draghi -. Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine FFP2 in classe”. Se il ritorno a una maggiore libertà è una condizione importante per la ripresa del Paese – anche se i problemi dell’economia continuano a mordere e “oggi, la principale preoccupazione è l’aumento del prezzo dell’energia” – non si deve dimenticare, ha avvertito Draghi, che “la crescita di lungo periodo del Paese dipende dalla nostra capacità di attuare oggi le giuste riforme e gli investimenti necessari”. Da questo punto di vista il Pnrr “è un’opportunità storica” per risolvere i problemi strutturali “irrisolti” che l’hanno rallentata.

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Insomma Draghi annuncia una rinascita proprio nella città del Rinascimento, che da oggi fino a domenica 27 febbraio accoglie 120 tra vescovi e sindaci del Mediterraneo per chiedere, proprio nei giorni difficili della crisi in Ucraina, un impegno concreto sulla pace che sarà ‘benedetto’ dalla presenza a Firenze, domenica, di Papa Francesco e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proprio all’incontro dei vescovi con il presidente della Cei Gualtiero Bassetti, nel complesso monumentale di Santa Maria Novella, Draghi ha ribadito la linea sull’Ucraina, ovvero che “le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati” e che “in momenti di crisi dobbiamo ancor più difendere i valori in cui crediamo e che ci guidano. La convivenza, la fratellanza, la tolleranza che celebriamo in questo incontro devono realizzarsi anche oltre i confini della regione in cui viviamo”.

Un intervento quello di Draghi al convegno dei vescovi assolutamente non formale e anzi molto sentito nel quale, tra l’altro, il premier ha sottolineato quanto “le autorità religiose svolgano un ruolo fondamentale nel costruire una cultura di dialogo e di ascolto tra culture e fedi diverse”. Intervento deciso negli ultimi giorni che, a quanto si è capito, ha un po’ cambiato il protocollo costringendo anche il cardinale Bassetti a saltare alcune parti del suo discorso per rispettare la scaletta degli impegni in città del presidente del Consiglio. Ma l’intesa sull’asse Chigi-Cei è forte e non da ora.

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