La decisione di prevedere il tampone per chi arriva in Italia dall’estero, anche se vaccinato, serve a mantenere il “vantaggio” che ha il Paese rispetto ad alcuni vicini, in cui la variante Omicron è più diffusa. Il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, ha parlato così intervenendo nella prima sessione del Consiglio europeo, dedicata al Covid. Questo, ha spiegato, “a protezione” del Sistema sanitario nazionale. Draghi è tornato a ricordare le 135.000 persone decedute in Italia a causa del Covid e la caduta, pari al 9%, del Pil.
Il premier ha ricordato i numeri elevati del tasso di vaccinazione in Italia (83-85% per cento di vaccinati, circa 500.000 terze dosi), dove la variante Omicron è per ora meno diffusa. Questa la ragione, ha concluso, alla base della decisione di far fare i test a chi entra in Italia. Il dato dei vaccinati fornito da Draghi è quello, per l’Italia, di un 83-85% per cento di vaccinati, con circa 500.000 terze dosi giornaliere. Il coordinamento a livello Ue sulle misure contro il Covid, ha avvertito Draghi, deve essere guidato dal “principio di massima cautela”. Il premier, intervenuto nel corso della sessione Covid ha anche sottolineando la necessità di rafforzare la definizione di alcuni aspetti: le vaccinazioni, la data di scadenza del Green pass e la campagna sulla terza dose.