Draghi: dipendenti pubblici centrali ma ancora c’è molto da fare

Draghi: dipendenti pubblici centrali ma ancora c’è molto da fare
10 marzo 2021

“Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società. Se il primo funziona, funziona anche la seconda. In caso contrario, la società diventa più fragile, più ingiusta. Per questo bisogna considerare questo ruolo centrale delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella sala Verde di Palazzo Chigi dove oggi ha firmato il “Patto per l`innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” con il ministro per la Pubblica Amministrazione Brunetta e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.

“A fronte della centralità del settore pubblico”, Draghi ha sottolineato però che “c`è veramente molto da fare”. Il capo del governo ha ricordato che “l`età media oggi dei dipendenti pubblici è di quasi 51 anni, mentre venti anni fa era di 43 anni e mezzo. Dal punto di vista demografico, quindi, per ragioni che trovano la loro radice in eventi anche lontani, c`è stato un progressivo indebolimento della struttura demografica della pubblica amministrazione”. Draghi ha messo l’accento poi sulla “formazione”: “Oggi – ha osservato – si spendono ben 48 euro a persona per la formazione del settore pubblico: ho detto `ben` ironicamente. E un solo giorno è destinato alla formazione del personale pubblico”.

In questo quadro, la pandemia, il Covid, “ci ha rivelato la centralità del settore pubblico nel proteggere il nostro modo di vita. Nel proteggere la qualità della nostra vita”. Draghi ha ricordato la “capacità” e il “sacrificio dei medici, degli infermieri, degli insegnanti, delle forze dell`ordine, del personale degli enti territoriali e statali nel fornire i servizi essenziali”. Emergenza Coronavirus e Piano nazionale di Ripresa e Resilienza sono eventi che “richiedono nuove professionalità, investimenti in formazione e nuove forme di lavoro. Se pensiamo allo sviluppo del lavoro in smart working, vediamo come è cambiato il nostro modo di lavorare; nuove professionalità richiedono investimenti e nuove regole. Questo è il percorso che stiamo iniziando oggi”. Per Draghi il Patto sottoscritto oggi “è sicuramente un evento di grande importanza per il metodo, per il contenuto, per questa relazione di dialogo che c`è. Ma è il primo passo. Molto, se non quasi tutto, resta da fare”.

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