Draghi gela Salvini: invito a non vaccinarsi è a morire

Variante delta più minacciosa, green pass serve a tenere aperte attività

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“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente”. Mario Draghi lo dice chiaramente, nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera al nuovo decreto Covid, che prevede tra l’altro le norme sull’uso del green pass, che dal 5 agosto sarà obbligatorio per l’accesso a bar e ristoranti al chiuso, cinema, teatri, palestre. Una risposta diretta, al giornalista che glielo chiede, al leader della Lega Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva più volte sottolineato come, a suo giudizio, i vaccini non siano fondamentali per gli under 40 e inutili per i giovanissimi.

“Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore”, il ragionamento del premier, che spiega il motivo per cui è stato deciso l’utilizzo estensivo dei certificati verdi. “L’economia italiana va bene, si sta riprendendo, e l’Italia cresce a ritmo superiore di altri paesi europei”, però “la variante delta è minacciosa perché si espande molto più rapidamente di altre varianti” e occorre “reagire subito” per non trovarsi nella situazione di altri Paesi europei, come la Francia. In questa ottica “il green pass non è un arbitrio, è una condizione per tenere aperte le attività economiche”, una misura che “dà serenità e non la toglie”.

Certo restano alcune questioni, rilevanti, da affrontare: la scuola, i trasporti, il lavoro, che verranno inseriti in altri provvedimenti la prossima settimana o quella successiva. Per quanto riguarda la scuola, “l’obiettivo è tutti in classe in presenza” a settembre e tutto quello che “è necessario fare è stato fatto e si farà”. Per quanto riguarda l’obbligo di vaccinazione per i lavoratori, proposto da Confindustria, ha sottolineato, “ci stiamo pensando, è una questione complessa ed è una questione da discutere anche con i sindacati”. Su tutti e tre i temi, comunque, prima della pausa estiva saranno presi “provvedimenti specifici particolarmente complessi”.

Altro tema “caldo” affrontato in Cdm è la riforma della giustizia penale. Draghi ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione a porre la fiducia. Sulla riforma osteggiata dal M5s, ha spiegato, ci sono piccoli margini di manovra per eventuali modifiche. “Siamo aperti a miglioramenti di carattere tecnico. Qualora vi fossero miglioramenti tecnici, noi siamo molto disponibili a questo, si tratterà di ritornare in Consiglio dei ministri per chiedere l’autorizzazione alla fiducia sui nuovi testi”.