Blindati i ministeri chiave (Economia, Transizione ecologica, innovazione tecnologica e Giustizia), Mario Dragi ha lasciato in mano alla politica i dadi per la partita dei sottosegretari e che difficilmente si concluderà oggi. E per due motivi. Primo, perché ufficialmente il tema non è all’ordine del giorno del Cdm convocato oggi. Secondo – motivo più plausibile – perché la guerriglia politica scoppiata all’interno del M5s ha scomposto il puzzle delle 40-42 poltrone. Quindi, se ne riparlerebbe mercoledì. Un fatto è certo, i partiti, rischiano ancora una volta di fare i conti senza l’oste. Perché nel loro egoismo politico, hanno già messo il proprio cappello su tutti i posti da sottosegretario, non tenendo conto che di certo Draghi avrà blindato le sue poltrone. Partiamo proprio da 5stelle. Le espulsioni di decine di parlamentari dovrebbero portare a una riduzione della quota pentastellata. In cifre, dai 13 iniziali sottosegretari, ora si parla di 11-10. Scenario che, inevitabilmente, accresce gli “appetiti” delle altre forze politiche. E che, attualmente, segna 7-9 sottosegretari per la Lega e Pd, 7 a FI, 2 a Italia viva, 1 a LeU come agli altri cespugli centristi. Senza fare i conti, come detto, sulla possibilità che alcune caselle possano essere indicate dal premier, a partire da quelle del Mef per reggere l’urto dei papabili sottosegretari politici: Laura Castelli (M5S), Antonio Misiani (Pd), Gilberto Pichetto Fratin (Fi), Massimo Bitonci (Lega).
Per i restanti dicasteri, nessuno dei ministri del Conte 2 farà il sottosegretario. Con una possibile eccezione, il dem Enzo Amendola (Affari Europei o Farnesina). Matteo Salvini è in pressing per tornare al Viminale. Stefano Candiani, il più accreditato perché meno “divisivò”. In casa 5stelle, si parla per la Giustizia di Francesca Businarolo. Un dicastero, quello di via Arenula, cruciale per i grillini che dovranno mettere in sicurezza quantomeno la riforma della prescrizione. Per il Lavoro, si fa il nome della deputata Maria Pallini. Mentre per lo Sviluppo economico quello di Carla Ruocco, ma dovrebbe lasciare la presidenza della commissione di inchiesta sulle banche. L’ex viceministro Giancarlo Cancelleri potrebbe essere confermato ai Trasporti. La deputata Gilda Sportiello potrebbe andare al dicastero del Sud. All’Interno, dovrebbe spuntarla il grillino Carlo Sibilia. Pierpaolo Sileri potrebbe restare alla Salute mentre per l’Istruzione sono in corsa Luigi Gallo e Gianluca Vacca. Alla Difesa ci potrebbe essere il ritorno di Angelo Tofalo e la senatrice Alessandra Maiorino potrebbe approdare alla Disabilità. L’ultima casella pentastellata è prevista alla Farnesina, due ex in corsa: Emanuela Claudia Del Re e Manlio Di Stefano.
In casa Pd si cerca di dare spazio alle donne, dopo averle “snobbate” per la partita dei ministeri. Potrebbero essere riconfermate Marina Sereni (Esteri), Anna Ascani (Scuola), Sandra Zampa (Salute), Simona Malpezzi (Rapporti con il Parlamento), Lorenza Bonaccorsi (Cultura), Francesca Puglisi (Lavoro) Alessia Morani (Mise). Ma nel “totosottosegretari” dem ci sono anche Marianna Madia (Economia o Innovazione tecnologica), Valeria Valente (Giustizia), Susanna Cenni (Agricoltura) e Titti Di Salvo. Per Leu, come per gli altri “cespugli” come Maie, +Europa, centristi, Autonomie, potrebbe esserci un sottosegretario. Dalla riduzione della quota M5S, in Italia Viva si conta di avere almeno un posto in più: due nomine di sottogoverno. Tra i nomi che circolano ci sono quelli di Lucia Annibali (Giustizia) e Gennaro Migliore, Daniela Sbrollini allo Sport. Ma Matteo Renzi scommette anche su Luigi Marattin per un posto nei ministeri economici. Sul fronte del centrodestra, la lista dei “desiderata” della Lega vede i nomi di Massimiliano Romeo all’Agricoltura o all’Innovazione, Lucia Borgonzoni all’Istruzione e Nicola Molteni che dall’Interno potrebbe essere spostato all’Agricoltura.
“Scalpitano” anche Giulia Bongiorno per un posto alla Giustizia e Luca Coletto alla Salute. Altri nomi di leghisti si fanno per il ministero degli Esteri, tra questi Guglielmo Picchi e l’attuale vicepresidente della Commissione Esteri di Montecitorio, Paolo Formentini. Probabile l’arrivo di Edoardo Rixi al Mit. Passando a Forza Italia, in lizza per un posto di sottogoverno ci sarebbero, tra gli altri, i senatori Francesco Battistoni, (Agricoltura), Gilberto Pichetto Fratin (in pole per un ruolo “economico”) e Dario Damiani. Come quote rosa, si fanno i nomi delle senatrici Gabriella Giammanco e Alessandra Gallone. Mentre tra i deputati papabili, Giorgio Mulè, Andrea Mandelli, Francesco Sisto, Valentino Valentini, Matteo Perego di Cremnago e Andrea Ruggieri. Tuttavia per quanto riguarda gli azzurri, c’è anche un’altra casella disponibile se Fi riuscirà a mantenerla: quella della vicepresidenza della Camera lasciata dalla neo ministra Mara Carfagna.