Mario Draghi ha illustrato ai partiti il programma del governo nel secondo giro di consultazioni iniziato oggi a Montecitorio con le componenti dei gruppi Misti di Camera e Senato e con le Autonomie. In attesa di capire il profilo che l’ex governatore Bce intende dare alla sua squadra, anche dopo gli incontri di domani con i big e di mercoledì con le parti sociali, appaiono molto chiari i temi su cui il presidente del Consiglio incaricato lavorerà con l’obiettivo di “far uscire l’Italia dalla depressione psicologica ed economica”.
Tra i punti essenziali la scuola. Draghi considera una priorità “l’oggettivo disagio degli studenti sia a livello di apprendimento che a livello psicologico”, riferiscono i deputati che oggi lo hanno incontrato. L’intenzione di Draghi è quella di far recuperare i giorni, i mesi, di scuola persi a causa delle chiusure dovute alla pandemia. Una delle ipotesi è quella di recuperare d’estate anche se, ha spiegato Draghi, “bisogna valutarne la fattibilità”. Un altro cruccio del premier incaricato, oltre al recupero del tempo perduto, è quello di far sì che il primo settembre tutte le cattedre siano assegnate e che quindi non si assista, come accadeva sistematicamente anche prima del Covid, a migliaia di posti posti disponibili per le immissioni in ruolo che invece rimangono vacanti e vengono poi coperti man mano con contratti di supplenza ad anno scolastico già iniziato.
Un altro pilastro del programma di governo di Draghi sarà la sanità, in modo particolare con un’accelerazione della campagna vaccinale “che – ha spiegato Manfred Schullian, deputato Svp – va portata a termine e iniziata davvero”. Poi l’ambiente e il lavoro da creare attraverso turismo (su cui, viene riferito, ha dato la garanzia che interverrà con forza) e le infrastrutture. Quindi il capitolo imprese: il premier incaricato, ha raccontato sempre Schullian, ha detto che “bisogna evitare di erogare contributi a fondo perduto ma bisogna finanziare le imprese per consentire a loro di poter riprendere l’attività una volta superata la crisi”. tutti Draghi ha premesso che il suo governo guarderà all’alleanza atlantica e, come è ovvio, avrà un profilo europeista. Non solo perché per uno con la sua storia non potrebbe essere altrimenti. “Quando parla di europeismo – ha riferito Riccardo Nencini, Psi – parla anche di una sfida, mette sul tavolo il bilancio comune europeo”. E all’Europa che da tempo le chiede all’Italia guardano le tre riforme che Draghi intende portare a termine: la riforma della Pubblica amministrazione innanzitutto. Poi la riforma del fisco anche se, è convinto Bruno Tabacci, “non si andrà nella direzione della flat tax” tanto cara a Matteo Salvini bensì di “una riforma organica”. La riforma della giustizia civile.
Un programma, ha osservato Paolo Romani, senatore di Idea, che contiene “l’immediatezza delle soluzioni ma anche la continuità nel tempo rispetto ai temi come il Recovery”. Dunque “un programma di lungo periodo”. Per rispondere a quanti – pochi – vorrebbero una gestione di qualche mese per arrivare al voto prima del semestre bianco. Domani Draghi vedrà, a partire dalle 11, nell’ordine, Leu, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia (con la presenza del leader Silvio Berlusconi quotata al 50%), la Lega e a chiudere il MoVimento 5 Stelle. Dopo l’endorsment di Beppe Grillo alle consultazioni di sabato mattina, sono stati Luigi Di Maio stamattina e Giuseppe Conte nell’assemblea notturna dei gruppi pentastellati a spingere verso il sì al governo Draghi. Ma siccome resta il no di un certo peso di Alessandro Di Battista e il rischio concreto di una scissione del Movimento il 10 e l’11 gli iscritti voteranno sulla piattaforma Rousseau così come accadde per il governo Conte I e per il Conte II.
Mentre al base M5s si esprime, Draghi incontrerà mercoledì le parti sociali sempre a Montecitorio e già da giovedì pomeriggio potrebbe recarsi al Quirinale per sciogliere la riserva. Se la decisione di accettare l’incarico arrivasse in tempi così rapidi, il giuramento della squadra di governo potrebbe avere luogo già venerdì. Subito dopo si svolgerebbe la prima riunione del Consiglio dei ministri per la nomina del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Con il timing così serrato non è esclusa la fiducia delle Camere nel fine settimana (prima al Senato e poi alla Camera) ma al momento non ci sono certezze su quanto tempo il premier incaricato si prenderà per sciogliere la riserva quindi resta apertissima l’ipotesi che il passaggio parlamentare slitti alla prossima settimana. askanews