Nessun accenno diretto ai riflessi sul governo dell’elezione del presidente della Repubblica, né tantomeno al “caso” Giorgetti, ma una spinta ad andare avanti e ad accelerare in particolare sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), con i “compiti a casa” ai ministri. Nel primo Consiglio dei ministri convocato a Palazzo Chigi dopo la partita sul Quirinale, Mario Draghi non fa discorsi “politici” ma dà mostra di voler imprimere un nuovo passo all’azione del governo, dando anche, indirettamente, il segno della linea dei prossimi mesi: meno mediazioni, più rapidità e focalizzazione sugli obiettivi.
In apertura di seduta, il premier si è congratulato con Sergio Mattarella, ringraziandolo “per la decisione di rimanere per un secondo mandato”. Parole salutate dall’applauso dei ministri. E a segnare lo stretto rapporto tra i ‘due presidenti’, ha citato le priorità indicate dal capo dello Stato: la lotta alla pandemia e la ripresa della vita economica e sociale del Paese. Priorità, ha detto, che “sono le stesse del governo”. Per il presidente del Consiglio, l’azione dell’esecutivo è stata fin qua positiva. I dati della crescita, + 6,5% nel 2021, gli fanno esprimere “soddisfazione”, anche perchè se è vero che “sono il prodotto della ripresa globale”, sono merito, ha rivendicato “anche delle misure messe in campo dal governo, a partire dalla campagna di vaccinazione e dalle politiche di sostegno all`economia”. Adesso è necessario però non distrarsi perché c’è da attuare il Pnrr rispettando le scadenze e gli obiettivi, che non sono certo a portata di mano. Da qui al prossimo 30 giugno dovranno essere centrati 45 milestones e target, per ottenere la seconda rata da 24,1 miliardi.
In totale, fino a giugno 2023, ci sono tre “tappe” per ottenere oltre 64 miliardi. Non tutti i ministeri, secondo quanto si apprende da fonti di governo, sono “allineati” nell’attuazione e quindi Draghi ha dato 48 ore di tempo, fino a un Consiglio dei ministri convocato mercoledì, per fare un report. In particolare ha chiesto a tutti i ministri “di indicare dello stato di attuazione degli investimenti e delle riforme di competenza, segnalando l`eventuale necessità di interventi normativi e correttivi”. In Cdm sarà quindi fatta una “puntuale ricognizione” della situazione (un “esame”, mormora qualche ministro) relativa ai principali obiettivi del primo semestre dell`anno. Questa la strada scelta dunque da Draghi per la “seconda fase” (anche se non vuole che si chiami così) del suo gabinetto: il governo deve lavorare senza distrazioni ed essere tenuto al riparo dalle tensioni tra e nei partiti, a partire da quelle nella Lega e nel M5s. Se ci riuscirà, in particolare in un lungo anno di campagna elettorale, si vedrà già dalle prossime settimane.