Politica

Draghi: non è recessione ma rallentamento. Le sanzioni a Russia preoccupano il premier

“La nostra economia non è in recessione, continua a crescere, ma c’è un rallentamento, come in tutta Europa”. Mario Draghi lo dice in Consiglio dei ministri e lo ripete arrivando a Versailles, dove fino a domani partecipa al vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea.

Le conseguenze economiche della crisi ucraina e delle sanzioni preoccupano il premier. “Dobbiamo affrontare le strozzature nell’offerta di materie prime subito, in tutti i settori, sostenendo famiglie e imprese e diversificando le fonti di approvvigionamento”, spiega. E questo non riguarda solo gas, petrolio ed energia, ma settori come l’agroalimentare, l’acciaio, la ceramica dove si registrano già difficoltà. Per questo motivo questa mattina in Cdm i ministri dell’Agricoltura Stefano Patuanelli e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti hanno tenuto due informative per fare il punto della situazione nei rispettivi settori di competenza.

“L’aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici sta progressivamente erodendo la redditività dell’attività economica: il settore agroalimentare non riesce più a redistribuire gli aumenti lungo la filiera produttiva”, ha sottolineato Patuanelli, chiedendo “immediati interventi” per assicurare un efficace sostegno alle aziende del settore agroalimentare, a partire dall’incentivazione di operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole. A livello europeo, il ministro propone, tra l’altro, la revisione della Politica agricola comune e interventi in materia di aiuti di Stato.

Giorgetti ha spiegato che si lavora sull’ipotesi di rafforzare ed estendere il sistema di stoccaggio, attualmente previsto per le fonti energetiche, anche ad altri beni da considerare essenziali. Va inoltre, per Giorgetti, verificata la possibilità di attivare “misure di protezione” delle filiere nazionali disponendo il “divieto di esportazioni” di prodotti indispensabili all`attività di comparti di carattere strategico, ma anche l’applicazione di “dazi all’esportazione”. Preoccupazioni e ipotesi che Draghi porta sul tavolo del summit di Versailles. Appena arrivato a Parigi, il presidente del Consiglio ha avuto un lungo colloquio bilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron.

Dall’incontro, ha poi spiegato, è emerso che Italia e Francia sono “allineate” con il resto dell’Europa sulle sanzioni. Stessa linea, tra Roma e Parigi, anche sulla necessità di un intervento europeo a sostegno di imprese e famiglie, per limitare l’impatto negativo della guerra. Draghi è infatti convinto, e lo ribadisce ai partner, che come è stato nei confronti di Putin, “anche per quanto riguarda il sostegno dell’economia” quella che sarà messa in campo “dovrà essere una risposta europea”. Anche, eventualmente, con strumenti nuovi come il debito comune o un vero e proprio “Recovery bis”. Su questo, però, le idee di Roma e Parigi (sostenute tra gli altri anche dalla Spagna) si scontrano con i Paesi cosiddetti frugali, in prima linea l’Olanda, che considerano il “Next generation Eu” una eccezione che deve rimanere tale. Il confronto sul tema è aperto e la previsione è quella di una lunga serata di trattative.

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