Politica

Draghi parla la prima volta a italiani, asciutto e senza orpelli

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato per la prima volta in pubblico agli italiani, dopo il discorso con cui ha chiesto in Parlamento la fiducia al Governo. In molti lo sollecitavano, quasi notando con soddisfazione la sua assenza da cerimonie pubbliche (a parte l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti, passata comunque in sordina) e in televisione. E la scomparsa del ricorso a chat, Twitter, dirette Facebook come ci avevano invece abituato i suoi predecessori. Per il suo debutto, in occasione dell’ intervento in apertura della Conferenza “Verso una strategia nazionale sulla parità di genere” – trasmesso con un messaggio in streaming, a distanza e questo sì “obbligatorio” nel periodo di pandemia – Draghi si è rivolto agli italiani, guardandoli negli occhi. Senza distrazioni legate alla mise indossata (nessuna pochette a tre, quattro punte nel taschino della giacca), cravatte colorate, senza ammiccamenti, senza battute o sorrisi eccessivi. Niente illustrazione di slides, o presentazione – per andare un po’ indietro negli anni – di plastici e progetti di opere pubbliche in trasmissioni tv, per non parlare dei roboanti contratti firmati tra partito o con gli italiani.

No, oggi è stata trasmessa – per sette minuti asciutti, tanto è durato il suo messaggio – la drammaticità, la gravità del momento in cui il Covid ci sta costringendo, ma anche la speranza che, attraverso l’impegno del Paese tutto la situazione possa trovare, anzi troverà soluzione. Draghi, rigido nella postura, vestito in scuro (con gli occhi fissi nella telecamera, ed evidentemente al gobbo che gli scorreva davanti) con alle spalle, di lato, la bandiera italiana e quella europea ha comunque trasferito agli italiani – anche forse, perché no, con il suo impaccio per un primo, atteso, discorso del genere – la consapevolezza del ruolo. Non si gioca più è sembrato voler dire richiamando i concittadini, chiarendo che “siamo solo all’inizio del nostro compito” e invitando a “non perdere un attimo, a non lasciare nulla di intentato e a compiere scelte meditate, ma rapide” per avere “presto un ritorno alla normalità”. “Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile. Le mie preoccupazioni sono le vostre preoccupazioni”. Aggiungendo che questo “non è il momento di dividerci”.

Ed è stato il passaggio che forse incarna di più il nuovo corso di Palazzo Chigi.Dove ora sembra essere arrivato un premier che non deve nulla alla politica, anzi che tenta di gestirla per avere la possibilità di affrontare la cosa pubblica nell’interesse del Paese. Draghi ha dichiarato questa sua impostazione nei fatti, nelle parole usate per accettare l’incarico datogli da Sergio Mattarella e per spiegare in Parlamento il suo programma. Ed è al capo dello Stato che ancora una volta Draghi si rivolge, nel suo intervento: “Non voglio qui ripetere le bellissime parole di oggi del presidente della Repubblica sulla condizione femminile”. Un modo come un altro per confermare la sua totale sintonia con Mattarella, la sua gratitudine per l’incarico ricevuto. E la responsabilità che discende ovviamente dall’essere stato richiesto di gestire il governo, l’Italia in un periodo così particolare e complesso. Ma è l’atteggiamento di oggi, la postura, il piglio forse algido ma sicuramente incalzante che potrebbe avere colpito gli italiani: un premier che si mostra – nel vestito, nello sguardo, nella stanza da cui viene ripreso – nella sua essenzialità, nella sua sinteticità e senza alcun volo pindarico o digressioni particolari. Nessun gioco. Come fosse un presidente della Repubblica. askanews

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