Il Governo non può eludere la necessità di destinare, in via prioritaria, sostegni economici anche ai cittadini più poveri, tra cui si annoverano anche gli anziani indigenti e coloro che, ogni giorno, si mettono in fila per ricevere il pasto quotidiano da chi fa beneficenza. In seguito alle chiusure necessarie per fronteggiare la pandemia i poveri sono aumentati. Su tale drammatica realtà occorre incisivamente intervenire. Quindi, che siano i più deboli fisicamente e socialmente a ricevere, per primi, l’adeguato aiuto economico da parte del Governo. La popolazione povera non può essere subalterna ai ricchi che posseggono, rispetto ai poveri, i mezzi per difendersi dalla crisi causata dalla pandemia. Prima il popolo e poi le classi agiate, che, in misura diversa, senza dubbio, sono state danneggiate dalle conseguenze della pandemia. Il popolo, da sempre, crea benessere per i ricchi e, se il popolo sta male, anche i ricchi stanno male.
Nel nuovo mondo, che sta facendosi strada dopo la tragica esperienza della pandemia, il progetto da realizzare, in prima istanza, è la progressiva eliminazione della povertà, che dovrà divenire solo un triste e lontano ricordo, perché se vi sarà povertà è certo che vi sarà degrado e dal degrado all’insorgere delle malattie infettive il passo è davvero molto breve. Draghi ha il compito primario di iniziare a porre le basi, in modo concreto e pragmatico, per un reale processo di umanizzazione della società, proprio in quanto è un processo inevitabile affinché si evitino nuove e disastrose pandemie. La parità sociale, economica e la rivoluzione “verde” sono processi inevitabili. Sappiamo che tale verità non sfugge certamente all’illustre e intelligente Draghi. Non a caso gli è stato affidato il compito gravoso di tenere in mano le redini della rinascita del nostro Paese, in collegamento con tutti i Paesi del mondo.