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Draghi richiama i partiti: accordo rapido su Ddl concorrenza o fiducia

Nessuna “strigliata”, piuttosto un richiamo “pacato” ma forte a chiudere in tempi brevi (entro maggio) la partita del Ddl concorrenza. E’ quanto avvenuto, secondo quanto si apprende da fonti di governo, nel Consiglio dei ministri “lampo”, durato 10 minuti, convocato d’urgenza oggi pomeriggio alle 18 a Palazzo Chigi. Una convocazione per “comunicazioni del presidente” che ha, per qualche decina di minuti, provocato allarme, anche perché ai ministri non era stata data alcuna informazione preventiva del tema. Nel corso della rapidissima seduta, Draghi ha ricordato ai ministri che il Ddl concorrenza è fermo da troppo tempo a causa del mancato accordo tra i partiti (in particolare sulla questione dei balneari) e che ora non è più possibile rimandarne l’approvazione. Il provvedimento, infatti, deve avere l’ok definitivo entro giugno, pena la perdita dei fondi del Pnrr del primo semestre dell’anno. La tempistica, ha sottolineato, è “fondamentale” per “rispettare le scadenze” e quindi servono “tempi certi”.

Dunque il Cdm ha autorizzato a porre la questione di fiducia entro il 31 maggio, se ce ne sarà bisogno. Se non si arriverà a un accordo la fiducia verrà messa sul testo base, altrimenti sul testo modificato. “C’è stata la comunicazione da parte del presidente del Consiglio, semplicemente l’indicazione di poter chiudere la legge delega sulla concorrenza entro maggio, anche con la fiducia se necessario – ha riferito al termine il ministro ai Rapporti col Parlamento Federico D’Incà -. C’è un gran lavoro fatto finora dai senatori, da tutte le forze politiche, c’è bisogno di un ultimo passaggio e vedremo se dovremo mettere la fiducia o arrivare a un chiarimento dell’ultimo miglio. Sono fiducioso”. “La riforma in materia di concorrenza – ha sottolineato il ministro Stefano Patuanelli, capo delegazione M5s al Governo- è fondamentale per questo Paese ed è uno dei motivi per i quali è nato questo Governo. È giusta l`accelerazione su questo tema, che non può essere procrastinato ancora ed ostaggio delle bandierine di partito. In ballo ci sono non solo i soldi del PNRR, faticosamente ottenuti grazie agli sforzi politici del nostro Paese in sede europea, ma anche la credibilità dell`Italia.

“Chi mette a rischio il Pnrr per ragioni di propaganda elettorale, anche a fronte di una raggiunta intesa che tiene conto dei punti di vista delle categorie, si assume una enorme responsabilità in un momento come questo”, ha fatto eco dal fronte Pd il Ministro del Lavoro Andrea Orlando uscendo da Palazzo Chigi al termine del Cdm. “Il Pd – ha aggiunto – lavora prima di tutto per realizzare le riforme necessarie ad ottenere e utilizzare le risorse europee. Questa è la ragione per cui è nato questo Governo. Per questo, abbiamo ribadito la nostra disponibilità a sostenere le soluzioni che l’Esecutivo riterrà più opportune. In questo senso abbiamo dato adesione alla proposta di porre la questione di fiducia sul Ddl Concorrenza”. Silenzio, invece, dai ministri del centrodestra Lega e Fi.

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redazione